Giovane archeologo racconta in Tv: “Mi pagano 6 euro l’ora”. E viene licenziato dalla cooperativa

Il giovane lavoratore precario era stato intervistato ad ‘Agorà Estate’, la trasmissione in onda su Rai3, dove, oltre ad aver raccontato il suo lavoro di archeologo, aveva anche confidato l’ammontare netto della sua paga

E’ stato licenziato il giovane archeologo romano che in un’intervista ad ‘Agorà Estate’ su Rai3, ha denunciato sfruttamento e salari di fame nel settore. “La mia paga arriva a 6 euro netti l’ora. Il mio lavoro consiste nel tutelare i beni archeologici che possono essere rinvenuti durante i lavori di edilizia stradale. Lavoriamo come partite Iva e quindi non abbiamo alcun bonus del lavoro autonomo – aveva denunciato Daviddi – Noi veniamo richiesti dalla sovrintendenza alle cooperative e veniamo retribuiti a giornata. La ditta corrisponde alla cooperativa tra i 180 e i 260 euro lordi ma a noi entrano “in tasca” tra i 60 e i 110 euro lordi”.

La denuncia televisiva non è passata inosservata. E’ arrivata puntuale la rappresaglia padronale. Niccolò è stato licenziato dalla cooperativa che lo ha “assunto”. “Ho perso il lavoro. Naturalmente non licenziato in senso tecnico – ha spiegato – dato che lavoro a partita Iva, neppure quell’onore posso permettermi. Ieri sera, poche ore dopo che il video del servizio era stato condiviso in un grosso gruppo FB di archeologi, sono stato rimosso (senza alcuna comunicazione) dalla chat whatsapp in cui la cooperativa assegnava le commissioni per i vari cantieri. Quindi – ha sottolineato ancora il giovane archeologo – ho perso il lavoro. Mi sembra giusto raccontarlo, perché è segno di dove siamo adesso: siamo ricattabili e ricattati”.

Questa è l’etica delle sedicenti cooperative sociali. Niccolò conclude: “Avevo parlato di un sistema che non va: compensi orari medi intorno ai 6 euro/h, obbligo di aprire la partita Iva per lavorare, lavoro da libero professionista che in realtà si configura come lavoro para-dipendente senza diritti. Una cosa che qualsiasi archeologo romano, ma vorrei dire italiano, sa. A quanto pare però si può sapere, si può fare, ma non si può dire”.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest