Medicina generale, il Tar Lazio ordina alla Campania di assegnare 8 borse di studio

Accolto ricorso cautelare di medici, sospesi i provvedimenti di ministero della Salute e Regione. I legali dei ricorrenti: “Con la carenza di sanitari in pandemia, assurdo non procedere. L’ente di Santa Lucia aveva chiuso la graduatoria, i giudici conferiscono le borse finanziate e non attribuite”

Per i ricorrenti, la mancata integrale assegnazione di tutti i posti messi a bando è illegittima, quindi l’ente regionale ha l’obbligo giuridico di provvedere alla copertura di tutti i posti messi a bando fino al loro completo esaurimento. I giudici del Tar Lazio hanno accolto l’istanza cautelare, presentata da alcuni medici, assistiti dagli avvocati dello studio legale Leone-Fell, disponendo l’assegnazione delle borse già finanziate in Campania. La Regione aveva chiuso la graduatoria unica regionale per l’accesso al corso di formazione specifica in Medicina Generale 2019 non riassegnando le borse rimaste vacanti. Con tale decisione, per i ricorrenti, andrebbero perdute. La sezione Terza Quater del tribunale amministrativo, quindi, ha sospeso l’efficacia dei provvedimenti di Regione e ministero della Salute. Ha perciò ordinato all’Amministrazione regionale di procedere allo scorrimento della graduatoria fino a totale copertura delle residue 8 borse di studio. Il Tar ha fissato, per la trattazione di merito del ricorso, l’udienza pubblica del prossimo 5 luglio. Compensate le spese della fase cautelare.

“In un momento di emergenza, come quello che stiamo vivendo, dove la carenza medici ha portato a tragiche conseguenze con reparti vuoti, pensionati richiamati al lavoro e medici non specializzati precettati nelle strutture pubbliche – spiegano gli avvocati Francesco Leone, Simona Fell e Floriana Barbata, soci dello studio Leone-Fell – vi sono regioni, come la Campania, che non si curano di assegnare tutte le borse già finanziate. Una scelta scellerata che va contro ogni principio logico: da un lato mancano medici e dall’altro non li formiamo, bruciando borse già finanziate”

Per i medici di medicina generale, a fronte di 240 borse di studio bandite gli ultimi tre concorsi, a partire dal 2015, ben 76 (ossia il 31,66% di quelle complessivamente messe in palio) sono andate definitivamente perse.

Solo per il triennio 2017/2020, si evince che hanno conseguito il diploma solamente 73 corsisti, a fronte di 80 borse bandite; al netto dei 13 corsisti senza borsa nonché dei tre borsisti di “recupero” del triennio precedente (2016/2019), sono state concretamente fruite solamente 57 borse, con perdita definitiva di 23.

“L’individuazione del contingente numerico annuale di medici da ammettere al corso di formazione specifica in Medicina Generale non è frutto di una scelta arbitraria e discrezionale, bensì – precisano i legali dei ricorrenti – di un complesso procedimento istruttorio, tra le esigenze di bilancio connesse al finanziamento delle borse di studio e il fabbisogno previsionale del Sistema sanitario nazionale di professionisti qualificati. Il tutto per garantire la tutela del diritto alla salute dei cittadini. Con il nostro ricorso abbiamo chiesto l’utilizzo delle borse rimaste vacanti e la formazione di ulteriori medici. I giudici del Tar hanno dunque permesso sia la formazione di nuovi medici che il mancato spreco delle borse già finanziate”.

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