Ispezioni dei Carabinieri Nas nelle mense scolastiche: irregolare una su tre, chiuse 9 cucine 

Rilevate gravissime carenze igienico-sanitarie e strutturali. A Potenza un bagno veniva usato come deposito di stoviglie e utensili da cucina

Una mensa scolastica su tre in Italia è irregolare. E’ quanto emerge dalla campagna di controllo su tutto il territorio nazionale promossa dai Carabinieri del Nas.

Ispezionate 1058 aziende di ristorazione collettiva che operano all’interno di mense scolastiche di ogni ordine e grado, dagli asili nido fino agli istituti superiori, sia pubbliche sia private: 341 sono risultate irregolari, con sanzioni per 240mila euro. Nove cucine sono state sequestrate per carenze igienico-sanitarie e strutturali, come la presenza diffusa di umidità e di muffe.

I militari hanno accertato violazioni nella gestione degli alimenti e nelle condizioni d’igiene nei locali di preparazione dei pasti, nella rispondenza in qualità e quantità ai requisiti prestabiliti dai capitolati d’appalto, nella regolarità di impiego delle maestranze e nel relativo possesso di adeguata qualifica e preparazione professionale.

Scoperto cibo scaduto e senza tracciabilità

 In un episodio, il Nas di Potenza ha scoperto un servizio igienico adibito a estemporaneo deposito stoviglie e utensili da cucina. Sono stati sequestrati oltre 700 kg di cibo (carni, formaggi, frutta e ortaggi, olio) riscontrati in assenza di tracciabilità, scaduti di validità e custoditi in ambienti inadeguati nonché destinati all’impiego nelle pietanze sebbene di qualità inferiore a quanto previsto. Deferiti all’autorità giudiziaria 22 gestori dei servizi-mensa ritenuti responsabili dei reati di frode ed inadempienze in pubbliche forniture, alla detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione e inosservanze alla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.

A Caserta la pasta e patate veniva cucinata senza patate

 Gli accertamenti hanno rilevato anche l’impiego fraudolento di ingredienti di minore qualità rispetto a quella pattuita nei contratti di fornitura stipulati con i Comuni, come il Parmigiano DOP sostituito con altri formaggi, uova convenzionali anziché da agricoltura biologica e prodotti congelati al posto di quelli freschi. È stata accertata anche l’assenza di uno degli ingredienti, come presso un istituto in provincia di Caserta, dove agli alunni è stato somministrato il piatto “pasta e patate” senza la presenza delle patate.

La maggioranza delle infrazioni, pari all’85%, ha riguardato aspetti sanzionatori amministrativi come le carenze strutturali e impiantistiche dei locali impiegati alla preparazione dei pasti, la mancata attuazione dell’autocontrollo, della tracciabilità e della presenza di allergeni, elementi fondamentali per prevenire possibili episodi di intossicazione e reazioni allergiche, ancor più significativi nelle fasce sensibili delle utenze scolastiche.

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