Pompei, torna alla luce l’affresco dei gladiatori

 Due gladiatori al termine del combattimento, l`uno vince l`altro soccombe. E` la scena dell`ultimo affresco trovato a Pompei nell`area di cantiere della Regio V, nell`ambito dei lavori di messa in sicurezza e rimodulazione dei fronti di scavo, previsti dal Grande Progetto Pompei. Si tratta della scena di un combattimento tra un “Mirmillone” e un “Trace”, due tipologie di lottatori distinti da armature differenti e classici avversari nelle lotte gladiatorie. Su uno sfondo bianco, delimitato su tre lati da una fascia rossa, si compone la scena di lotta tra i due gladiatori. Quello sulla sinistra è un “Mirmillone” della categoria degli “Scutati”: impugna l`arma di offesa, il gladium, (corta spada romana) e un grande scudo rettangolare (scutum) e veste un elmo a tesa larga dotato di visiera con pennacchi, il cimiero. L`altro, in posizione soccombente, è un “Trace”, gladiatore della categoria dei “Parmularii”, con lo scudo a terra. È rappresentato con elmo (galea), a tesa larga ed ampia visiera a protezione del volto, sormontato da un alto cimiero.

L`affresco, di circa 1,12 mt x 1,5mt, trovato in un ambiente alle spalle dello slargo di incrocio tra il Vicolo dei Balconi e il vicolo delle Nozze d`Argento, ha forma trapeizodaile, in quanto era collocato nel sottoscala, forse di una bottega. Si intravede al di sopra della pittura, l`impronta della scala lignea. Molto probabilmente decorava un ambiente frequentato da gladiatori, forse una bettola dotata di un piano superiore, destinato ad alloggio dei proprietari dell`esercizio commerciale o, come di frequente, soprattutto vista la presenza di gladiatori, destinato alle prostitute. “Il sito archeologico di Pompei, fino a qualche anno fa, era conosciuto nel mondo per la sua immagine negativa: i crolli, gli scioperi e le file dei turisti sotto il sole. Oggi è una storia di riscatto e di milioni di turisti in più. Oggi è un sito accogliente, ma soprattutto è un luogo in cui si è tornati a far ricerca, attraverso nuovi scavi. La scoperta di questo affresco dimostra che davvero Pompei è una miniera inesauribile di ricerca e di conoscenza per gli archeologi di oggi e del futuro“, dice il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini.


E` molto probabile che questo luogo fosse frequentato da gladiatori – spiega il direttore generale Massimo Osanna Siamo nella Regio V, non lontani dalla caserma dei gladiatori da dove, tra l`altro, provengono il numero più alto di iscrizioni graffite riferite a questo mondo. In questo affresco, di particolare interesse è la rappresentazione estremamente realistica delle ferite, come quella al polso e al petto del gladiatore soccombente, che lascia fuoriuscire il sangue e bagna i gambali. Non sappiamo quale fosse l`esito finale di questo combattimento. Si poteva morire o avere la grazia. In questo caso c`è un gesto singolare che il trace ferito fa con la mano, forse, per implorare salvezza; è il gesto di ad locutia, abitualmente fatto dall`imperatore o dal generale per concedere la grazia. L`ambiente di rinvenimento è solo parzialmente portato in luce – su un lato emerge un’altra piccola porzione di affresco che rivela la presenza di un`altra figura- in quanto lo scavo dello stesso è stato possibile a seguito dell`intervento di rimodulazione dei pendii dei fronti e alla loro messa in sicurezza, che costituisce l`esigenza prioritaria di tutto il cantiere della Regio V”.

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