Il grande batterista è stato uno dei punti di riferimento del “neapolitan power” di fine anni ’70
Napoli, 24 febbraio 1946. La Napoli del dopoguerra. La Napoli della base Nato a Bagnoli. Proprio oggi nasceva Tullio De Piscopo, uno dei percussionisti e cantautori più famosi della città di Napoli, e anche d’Italia. Sarebbe ridondante parlare di neapolitan power, basta considerare che De Piscopo è uno tra i tanti James Senese, Avitabile, Esposito, Pino Daniele, che hanno condito così tanto alla bene gli anni ottanta. Quelli degli stereo “a piastra” per intenderci. Tullio è figlio di Giuseppe De Piscopo, anche lui batterista e percussionista. A lui, però, tocca l’elitè del Massimo napoletano prima e nell’orchestra del Maestro (violinista) Giuseppe Anepeta, napoletano anche lui. Tullio ha un fratello maggiore, Romeo, anche lui musicista. Scomparirà a soli vent’anni dopo una serata passata con l’Orchestra del Circolo Ufficiali della base Nato di Bagnoli.
Tullio si avvicina ben presto alla musica e sceglie anche lui la batteria. Avrà solo tredici anni quando, in prossimità della zona di Bagnoli suonerà in locali notturni, per la maggiore frequentati da soldati americani dove il jazz la faceva da padrone. Più che ventenne si trasferisce a Torino dove ottiene una scrittura come batterista fisso allo Swing Club. Da Torino arriva a Milano, è il 1971. Qui inizia la collaborazione con molti artisti europei: Augusto Martelli, Tony Mimms, Victor Bach e il famoso Pino Presti. Le collaborazioni sono innumerevoli: dai New Trolls Atomic System (nati dalla scissione dei vecchi New trolls) passando per Billy Cobham (famoso il contest tra i due presentato da Baudo nel 1986 per il programma “Fantastico”) fino ai nostrani De Andrè, Dalla, Jannacci. Come solista raggiunge il successo nel 1988 a Sanremo con “Andamento lento” e il suo “Vieni vieni con me eh oh”. Altri grandi successi: il rap tutto napoletano e batteria “Stop Bajon” (1984); “He’ fatte ‘e solde, eh?” (1985). Da sempre poliedrico, dal pop passando per il jazz/fusion fino al blues a alla musica latina, De Piscopo ha sempre riposto attenzione e interesse alla melodia, base per un buon coinvolgimento , che da sempre contraddistingue il buon napoletano.
Vincenzo Perfetti