Trovati fori di due proiettili sul portone dell’abitazione dell’uomo accusato di strage e duplice omicidio. In casa anche un mitragliatore illegalmente detenuto e due machete

NAPOLI – Avrebbe sparato con una pistola e un fucile calibro 12, armi regolarmente detenute ad uso sportivo. Questo uno dei primi dati emersi dalle indagini sulla strage compiuta dall’infermiere Giulio Murolo ieri a Miano. A cadere sono stati il fratello e la cognata dell’uomo per una lite per la biancheria da stendere e poi altre due persone. Sei i feriti.  In camera da letto Giulio Murolo aveva anche un fucile mitragliatore AK 47 Kalashnikov con matricola abrasa illegalmente detenuto, due machete e varie munizioni. Un ritrovamento per il quale l’uomo, oltre ai reati già contestati, duplice omicidio volontario, strage, resistenza a pubblico ufficiale e spari in luogo pubblico, è stato denunciato anche per il reato di detenzione illegale di arma clandestina e ricettazione.

 

GIALLO SPARI RESIDENTI – Le forze dell’ ordine hanno risposto al fuoco nelle prime fasi, quando Murolo stava sparando e aveva ferito due poliziotti, un carabiniere e altre due persone, e ne aveva uccise altre due. Lo precisa Michele Spina, il dirigente di polizia che ha guidato il blitz. La Scientifica però ha repertato bossoli di armi diverse. Alcuni testimoni parlano di qualche proiettile partito da altre pistole di residenti. A confermare quest’ultimo particolare ci sono i fori di due proiettili, uno sul portone di fronte al balcone dal quale Giulio Murolo faceva il tiro al bersaglio sui passanti, l’altro sul muro della spaghetteria attigua. Murolo è un tiratore scelto. I colpi erano tutti mirati e quei proiettili – secondo una prima ricostruzione – sono colpi in risposta a qualcuno che gli sparava dalla strada che, forse, non era un appartenente alle forze dell’ordine.

SILENZIO DAVANTI AL PM –  Murolo si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al pm Roberta Simeone. Tra lunedì e martedì ci sarà l’interrogatorio di garanzia davanti al gip per la convalida del fermo. Fino ad allora, l’infermiere-killer sarà guardato a vista nel carcere di Poggiorele dove è detenuto.

LE INDAGINI –  Proseguono i sopralluoghi della scientifica nel cortile, nel ballatoio delle abitazioni di via Napoli, dove risiedeva la coppia uccisa, in un appartamento attiguo e anche per strada. Si è appreso che una delle vittime, Luigi Cantone, 59 anni, colpito mentre era in strada su uno scooter era cuoco in un convitto della zona e ieri aveva preso il mezzo a due ruote per andare a lavoro perché c’era lo sciopero del trasporto pubblico.

 

I FERITI – Tra i feriti quello più grave è il vigile urbano, Vincenzo Cinque, colpito al collo e al torace. Le sue condizioni destano preoccupazione. Dalla direzione sanitaria della Asl Napoli 1 fanno sapere che il paziente, ricoverato in prognosi riservata al San Giovanni Bosco, è al momento sottoposto a Tac per valutare se operarlo. Gli altri feriti sono i poliziotti Cristoforo Cozzolino e Umberto De Falco, il carabiniere Luigi Christian Infante e due passanti, Salvatore Michele Varriale e Luigi Capasso. Intanto, primo giorno di lutto cittadino a Napoli. Il cordoglio della città andrà avanti fino ai funerali delle vittime, presumibilmente a metà settimana, dopo gli esami autoptici.

 

MEDAGLIE D’ORO – Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris dichiara di voler attivare le procedure necessarie con la Prefettura e il Governo affinché sia consegnata la Medaglia d’oro al valore civile alla memoria del capitano della polizia municipale Francesco Bruner e dello chef Luigi Cantone rimasti uccisi ieri nel corso della sparatoria.

 

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