Disoccupati in piazza: “reddito di cittadinanza o lavoro dobbiamo campare. No alla guerra tra poveri”

Nascono comitati di lotta indipendenti in molte città italiane

A Napoli, Palermo, Roma, Milano, Torino e in altre città italiane stanno nascendo comitati di lotta indipendenti per la difesa del Reddito di Cittadinanza. L’obiettivo è la promozione di un grande movimento unitario per costringere il governo ad attuare un piano straordinario per il lavoro. Lavoro vero, buono, retribuito basato sui diritti e il rispetto delle normative contrattuali.

A Napoli, i senza lavoro il prossimo 26 novembre presidieranno il Teatro San Carlo dove è è prevista la presenza del presidente del consiglio Giorgio Meloni e del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. I disoccupati partenopei annunciano altre manifestazioni di lotta il 28 e il 29 novembre, uno sciopero generale il 2 dicembre e una manifestazione a Roma il 3 dicembre.

La manovra del Governo regala qualche migliaio di euro con la Flat Tax al 2% più ricco della popolazione e scarica nella povertà assoluta un milione e mezzo di persone levandogli 500 euro al mese – scrive in una nota il Movimento disoccupati 7 Novembre – Pensare che la priorità economica e sociale è l’attacco al reddito di cittadinanza in un paese che ha raggiunto picchi di povertà e lavoro povero come il nostro (un lavoratore su 4 guadagna meno del reddito) è chiaramente una visione classista”. “Un attacco palese ma che cresce nel tempo anche da parte di altre forze politiche come dimostra il taglio già esistente per chi ha scontato anche solo una condanna negli ultimi 10 anni.Il tentativo di contrapporre “occupabili e non occupabili”, “lavoratori e disoccupati” per alimentare la guerra tra poveri è evidente – continua la nota – Gli “occupabili” a cui il Governo promette di togliere il sussidio nel prossimo anno, dandogli diritto ad 8 mesi invece che 12 per poi eliminarlo definitivamente a fine 2023, sono circa 650 mila persone. Per lo più parliamo di over 50enni con bassa scolarizzazione e quindi forza lavoro ricattabile ai quali i padroni “offrono” salari da fame per lavori senza tutele”.

L’obiettivo del governo è far accettare i disoccupati qualsiasi condizione di lavoro. “Noi lottiamo per un lavoro socialmente necessario, per un piano straordinario di lavori pubblici utili alla collettività che inizia dalla messa in sicurezza dei territori fino ad un piano di bonifiche, contrasto agli sversamenti illeciti e roghi, passando per il potenziamento dei servizi sociali smantellati negli ultimi decenni” – sottolineano ancora i disoccupati partenopei.

Basterebbe fare una domanda: come è possibile che si continua a parlare di “fannulloni” mentre disoccupati di lunga durata come noi che si organizzano e rivendicano il lavoro piuttosto che ricevere risposte dalle Istituzioni ricevono repressione e chiacchiere? – evidenzia il Movimento 7 Novembre – In assenza di questo, lavoro o non lavoro, dobbiamo campare! I soldi si vadano a prendere dalle spese militari, dalle basi militari di morte, dagli extraprofitti miliardari, dai super manager e super stipendi, dalla grande evasione fiscale, dai finanziamenti per le grandi opere inutili e dannose, dalle tasche dei padroni. Organizziamoci per difendere i nostri interessi -conclude la nota – organizziamoci contro la guerra tra poveri. Soprattutto al Sud ci stiamo coordinando con tante realtà, disoccupati percettori e non“.

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