Mozione M5S per la messa in mora dell’azienda dopo la scoperta di un ulteriore indebitamento. Laboccetta: “Il bilancio si spiega così”

NAPOLI – E’ bufera sulla Gori alla Regione Campania, la società che gestisce il servizio idrico nell’area vesuviana, partecipata dell’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano, il cui 37,05% è di Acea (multiutilty al 51% del Comune di Roma e al 16% di Francesco Gaetano Caltagirone, costruttore ed editore di Mattino e Messaggero). “La Gori ha contratto un nuovo debito di 92 milioni di euro nei confronti della Regione Campania per il 2013 e 2014 per non aver pagato la fornitura dei servizi idrici e la depurazione, che però viene caricato in bolletta per i cittadini. Un debito che si somma ai 280 milioni accumulati in tutti questi anni di cui 70 cancellati dalla Giunta Caldoro e solo 10 restituiti”. L’accusa, con tanto di documenti (foto in basso), è del gruppo consiliare M5S. Facendo due conti: è di quasi 300 milioni il credito vantato dalla Regione, cioè dalla collettività, nei confronti del colosso dell’acqua. “Questo significa – affermano i pentastellati – che il debito è aumentato e non diminuito ed ormai è chiaro che la società non è capace di onorare gli impegni a danno delle tasche dei cittadini che non possono investire quelle risorse per avere ticket sanitari gratuiti i trasporto garantito ai cittadini”. A fronte della situazione debitoria, i 5 stelle puntano il dito contro la inflessibile prassi dei distacchi operati dalla Gori nei confronti dei cittadini morosi, nell’ambito del contenzioso sulle “partite pregresse”. Il gruppo M5S, con una mozione, chiederà alla giunta  la messa in mora della società, con 60 giorni di tempo per pagare il nuovo debito, quindi di procedere alla messa in liquidazione.

 

LA GORI: “ECCO COME SI SPIEGA IL DEBITO“ – Il debito-monstre con la Regione? E’ facilmente spiegabile “alla luce dei bilanci”. Il presidente di Gori Spa, Amedeo Laboccetta, risponde ai parlamentari e ai consiglieri regionali del M5S. “I debiti  -afferma Laboccetta – sono dovuti in larga parte ai servizi resi dalla Regione Campania che, a seguito dell’accordo del 2012 tra Regione Campania, azienda e Ato, ha fatto lievitare di quasi il 90 per cento la tariffa per la fornitura idrica da parte dello stesso Ente regionale. I secondi – prosegue in una nota – sono frutto di elevatissimi picchi di morosità raggiunti in specifiche aree dove, non a caso probabilmente, agguerrite associazioni e movimenti conducono, da anni, una aggressiva campagna di denigrazione e di delegittimazione dell’Azienda. E si faccia attenzione: le morosità non riguardano quasi mai situazioni di disagio economico, che Gori e l’Ato3 hanno deciso di tutelare con l’istituzione del bonus idrico, ma forme di ‘ribellismo’ da parte dei furbetti”.

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