Fenomenologia di De Luca “il comunicatore”

Il testo di Domenico Giordano analizza le forme in cui si manifesta la mediaticità del governatore campano

La sua “fama” è cresciuta esponenzialmente durante la pandemia, una condizione che ha finito per esaltare le doti di “grande comunicatore” del governatore campano. La fenomenologia di Vincenzo De Luca è vivisezionata dallo spin doctor Domenico Giordano. Il testo è “De Luca. La comunicazione politica di Vincenzo De Luca da sindaco a social stars” (ed. Areablu 13 euro). Giordano scompone e analizza le forme attraverso le quali la mediaticità di De Luca si manifesta in tutta la sua irruenza: dal decisionismo esasperato, a tratti autoritario, alla derisione degli avversari, fino alla costruzione di un nemico a tutti i costi. Riuscendo a superare, forse, perfino lo storico imitatore Crozza.

“Sui social network, Vincenzo De Luca è diventato uno dei celebrity leader italiani più seguiti e imitati, soggetto di meme e neologismi virali – sottolinea Giordano – grazie agli strumenti e alle logiche del medium televisivo, che conosceva bene per essere diventato a Salerno e provincia una political star del piccolo schermo, trasferiti e utilizzati su Facebook.”

L’opera esamina i medium e il linguaggio spiccio di De Luca, “un vocabolario incarognito che si è costantemente arricchito di espressioni lessicali che messe in bocca ad altri politici sarebbero costate poltrone e carriere ma che, al contrario, Vincenzo De Luca ha utilizzato sempre impunemente: anime morte, animali, bestie, cafoni, chiattona, chiavica, consumatore abusivo d’ossigeno, farabutti, idioti, imbecilli, infami, jettatori, mezze pippe, nullità, pulcinella, scemi, sciacalli, sfessati”.

Il testo si avvale della prefazione di Marco Valbruzzi, docente dell’Università Federico II di Napoli: “De Luca è un politico che si nutre del conflitto, della negazione, dell’opposizione. Nella sua essenza più intima, il presidente campano è pòlemos, lo spirito guerriero generatore di conflitti, senza i quali si troverebbe smarrito e senza identità”.

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