Razzismo in campo e striscioni anti partenopei, quando Mancini minimizzava: “Può succedere”

Il Mancio furioso che dà del razzista a Sarri? Anni fa usò parole diverse per commentare gli insulti tra Vieira e Mihajlovic e le scritte della curva interista contro i napoletani

NAPOLI – “Nel corso di una partita l’agonismo esasperato può portare a momenti di tensione e di grande nervosismo. Credo che anche qualche insulto ci possa stare. L’importante è che tutto finisca li”. Quando per insulto, si intende un’offesa a sfondo razziale. Chi è il pompiere? Roberto Mancini. Proprio l’uomo che ha sollevato il polverone omofobia per gli insulti ricevuti da Sarri. Come ricorda il sito della Gazzetta dello sport, il Mancio commentò con parole minimizzanti un caso che fece altrettanto scalpore del diverbio di ieri sera. Parliamo dello scontro tra Vieira e Mihajlovic in un Lazio-Arsenal di Champions del 2000. I due si erano elegantemente dati, rispettivamente, dello “zingaro” e del “negro di merda”.
“Sinisa e Vieira – stemperò Mancini, allora giocatore – sono due ragazzi intelligenti, credo che possano superare le tensioni e finirla”. Si dirà: col tempo si rivedono certe posizioni. Invece 7 anni dopo, riportò sempre la rosea, il Mancini allenatore commentò negativamente l’ipotesi che il giudice sportivo potesse chiudere la curva nerazzurra, dopo un Inter-Napoli in cui espose striscioni come “partenopei tubercolosi” e “Ciao colerosi”. “Era solo uno sfottò – dichiarò il tecnico jesino – come ce ne sono ogni domenica su tutti i campi. Non è stato bello leggere certe scritte, ma non si è trattato di una cosa così grave”. Tutto cambia, insomma.

(Foto Roberto Mancini/Fb)

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