Scuola, Regione incalzata: “Riveli i dati dei contagi”

Codacons: “A Salerno appena 12 positivi su 7mila test, abbiamo il diritto di conoscere gli esiti degli screening”. Muscarà (M5S): “De Luca non nasconda i dati”

Dopo il caso Salerno – dove lo screening scolastico ha svelato appena lo 0,1% di contagi – la Regione Campania è incalzata. “Siamo contenti che i tamponi effettuati su un campione significativo di studenti e operatori scolastici a Salerno, effettuati dalla Fondazione Ebris, abbiamo dato un esito più che rassicurante, tenuto conto che parliamo di appena 12 positivi al Covid su quasi 7mila casi esaminati – afferma Matteo Marchetti, legale rappresentante del Codacons Campania -. Uno screening che reputo assolutamente doveroso. Resta però da capire per quale ragione, se i tamponi sono stati effettuati al fine di garantire un rientro a scuola in sicurezza, la Regione Campania abbia ritenuto opportuno tenere nascosti i dati. Se sono state investite risorse pubbliche perché il risultato fosse la garanzia del rientro in classe, non ha senso tenersi per sé i dati emersi”. Per Marchetti “far eseguire un numero così alto di tamponi senza una precisa strategia, equivale a non farli per nulla. È dovere della Regione Campania comunicare i risultati dei tamponi commissionati effettuati sulle platee scolastiche di tutta la Regione Campania, così da capire se è possibile un rientro a scuola in sicurezza, rassicurando i genitori e le famiglie degli studenti della Campania”. Maria Muscarà, consigliera regionale del M5S,

ritiene quello di Salerno “un dato che ci fa riflettere sulla decisione del governatore De Luca di chiudere le scuole in Campania in anticipo rispetto alle disposizioni del Governo, ma anche su ogni altro provvedimento precedente di questo tipo, adottato in controtendenza alle prescrizioni nazionali”. E inoltre “non si capisce per quale ragione si è dovuti ricorrere a una Commissione Trasparenza per essere messi a conoscenza su cifre che la Regione Campania, che ha commissionato e pagato profumatamente lo stesso screening anche nelle altre province, avrebbe dovuto rendere pubblici immediatamente, nell’interesse di tutti”.

“Chiederò alla giunta regionale – annuncia Muscarà – che siano comunicati gli esiti di tutti i tamponi effettuati da Ebris. Solo così possiamo capire se è possibile rientrare a scuola in sicurezza o se si renda assolutamente inutile ogni decisione di tenere chiuse le scuole, nel caso in cui la tendenza regionale sia in linea con la cifra risibile emersa dal campione di Salerno. Lo dobbiamo agli operatori scolastici, agli studenti e ai loro genitori che hanno il sacrosanto diritto di sapere e di essere rassicurati”.

MOBILITAZIONE 26,27 E 28 MARZO PER CHIEDERE DI RIAPRIRE LE SCUOLE

Intanto, la Rete Nazionale “Scuola in Presenza” – a cui aderiscono l’associazione Scuole Aperte Campania e il comitato Genitori per la scuola Benevento – annuncia per i giorni 26, 27 e 28 marzo una serie di presìdi in 10 regioni d’Italia per ribadire la richiesta di riapertura immediata e in sicurezza delle scuole di ogni ordine e grado e non solo per i più piccoli. In Campania è previsto un presidio sotto Palazzo Santa Lucia, sede della Regione, domenica 28 marzo alle 11.30. “Portando una campanella” per farsi sentire, spiegano i promotori di Scuole Aperte. “La scuola è un bene essenziale per il Paese e deve essere al centro delle scelte delle nostre Istituzioni – afferma una nota della rete Scuole in presenza-. Ad un anno dall’inizio della pandemia, le Istituzioni continuano a non riconoscere l’istruzione in presenza come diritto fondamentale ed essenziale, in violazione della Costituzione. La scuola, ci ricorda l’art. 34 della stessa , è “aperta a tutti” e tutti gli alunni hanno diritto a un percorso di studi di qualità. Gli studenti, e le loro famiglie, stanno ancora una volta pagando un prezzo altissimo, sia in termini di istruzione negata, sia per il danno psicologico e sociale causato dall’uso prolungato della Didattica a Distanza e dell’obbligo innaturale all’isolamento”. Si precisa che “pur apprezzando l’attenzione rivolta dal Governo ai temi sollevati con la nostre manifestazioni in 36 città italiane il 20 e 21 marzo e seguendo con vivo interesse l’evolversi della discussione circa le misure da adottarsi per consentire la riapertura in sicurezza delle scuole, i comitati di genitori, insegnanti e studenti aderenti alla Rete Nazionale “Scuola in Presenza” torneranno a scendere in piazza in maniera coordinata e sicura per chiedere il ripristino tempestivo della didattica in presenza”. Quindi l’avviso: “Non tollereremo, in ogni caso, che si rimandi l’apertura oltre l’8 aprile né che la Didattica a Distanza venga adottata come “soluzione” di lungo termine al problema della pandemia mentre altri Paesi europei si attivano per difendere l’istruzione in presenza”.

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