La potente armata di 200 mila burocrati di Stato che costano 25 miliardi all’anno

 

Ogni anno gli alti dirigenti dichiarano di avere raggiunto gli obiettivi, anche se la percezione della loro efficienza è decisamente bassa

Nel nostro Paese opera  un esercito ristretto di super-burocrati che detengono un potere immenso nei ministeri, nei comuni, nelle regioni e nella sanità. Una potente armata di 200 mila tra superburocrati e quadri di seconda fila a carico della collettività. E’ costano tanto, un costo  stratosferico:  da un minimo di 16 miliardi di euro l’anno fino a una stima di  venticinque miliardi di euro.

Guadagnano più dei parlamentari e dei ministri.  Sono loro che gestiscono l’organizzazione tecnico-amministrativa dei Ministeri, si coprono gli errori uno con l’altro, sono legati a una efficace rete di protezione e rimangono ai posti di comando nonostante i cambi di governo.  guadagnano più dei parlamentari. In testa a tutti nella classifica degli stipendi, il direttore generale e il  ragioniere generale del Ministero dell’Economia. Entrambi  superano quota 500 mila euro all’anno. Il segretario generale del ministero degli Esteri,  percepisce, invece,  296 mila euro. E non finisce qui. Ben  diciotto burocrati dello stesso ministero, ricevono  una retribuzione superiore ai 250 mila euro. E ancora. Il capo di gabinetto del Ministero dell’Istruzione guadagna 190 mila euro all’anno, il responsabile della segreteria tecnica del ministro 90 mila. Il vice capo di gabinetto 124 mila euro. .

I super-burocrati non indicano mai i  parametri di merito e di produttività: ogni anno  dichiarano di avere raggiunto gli obiettivi, anche se la percezione della loro efficienza è decisamente bassa. Dunque, l’Italia è piena di dirigenti, uno status che dura tutta la vita, mentre l’efficienza dell’amministrazione di Stato, Regioni, Province e Comuni resta sotto gli occhi di tutti: uno sfascio totale.

                                                                                                       Ciro Crescentini

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