Il poliziotto penitenziario che ha ammazzato 3 componenti della famiglia Verde e un loro dipendente: “Il loro furgone faceva rumore e mi dava fastidio”

AVERSA – “Ho ucciso i Verde e Pinestro per difendermi da un’aggressione. Sono stato minacciato e avevo paura che potesse accadermi qualcosa”. Si difende così Luciano Pezzella, il 50enne agente penitenziario che ieri a Trentola Ducenta, nel Casertano, ha ammazzato a colpi di pistola tre componenti della famiglia Verde, suoi vicini, e Franco Pinestro, dipendente della loro ditta ortofrutticola. Parole che devono essere vagliate dagli inquirenti. Pezzella, indagato per omicidio volontario plurimo, ha trascorso la notte nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.  L’arresto dovrà essere convalidato dal Gip del Tribunale di Napoli Nord. Nel lungo interrogatorio di ieri, ai carabinieri del reparto territoriale di Aversa ha parlato del furgone che avrebbe scatenato la lite all’origine della carneficina. “Quel furgone mi dava fastidio, faceva rumore. Gli ho chiesto di spostarlo – ha messo a verbale l’agente penitenziario -, lui (Pinestro, ndr) mi ha minacciato insieme al mio vicino Michele Verde, a quel punto ho avuto paura per mia incolumità ed ero esasperato, sono andato a prendere la mia pistola e ho sparato a Pinestro alle gambe, poi anche agli altri”.

Pinestro era sul furgone quando è stato raggiunto dai proiettili. Ha tentato una disperata fuga sfondando un muretto, ma si è fermato a causa delle ferite che lo hanno condotto alla morte, poco dopo il ricovero in ospedale. Le altre tre vittime sono state colpite più volte ad altezza d’uomo. Domani tutti i corpi saranno sottoposti ad autopsia nell’istituto di medicina legale di Caserta. Ma la strage dell’agro aversano è anche una storia di vittime scampate per caso alla furia di Pezzella. Come il secondo figlio dei Verde, che era al bar a fare colazione, e la convivente del fratello Pietro. Antonella, 23 anni, dormiva al piano superiore dell’appartamento in cui si è consumato l’eccidio. Tra gli accertamenti degli investigatori,  la verifica sulla presenza di un extracomunitario che collaborava con Pinestro.

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