Il direttore sanitario Rago: “Aveva gravi patologie, non basta una notte di gelo a causare un decesso”

NAPOLI – Potrebbe svolgersi lunedì al Policlinico dell’ Università Federico II l’ autopsia sul cadavere di Ernesto Biancolino, l’ artigiano 35enne morto il 5 febbraio all’ ospedale “San Giovanni Bosco”, dove era stato ricoverato 72 ore prima con un principio di bronchite. Ma sulla vicenda scoppia la polemica dopo che il padre dell’uomo, Vincenzo Biancolino, ha denunciato alla polizia che il figlio aveva trascorso una notte al gelo, accanto ad una finestra chiusa a malapenacon cartoni ed accanto ad un condizionatore guasto, che emetteva aria fredda.

AVVISI – Fonti della Procura di Napoli riferiscono dell’emissione di avvisi di garanzia nei confronti dei medici che avevano in cura il 35enne. Una smentita alle accuse della famiglia arriva dal direttore sanitario del “San Giovanni Bosco”, Vito Rago. “Il paziente aveva delle patologie associate – afferma il medico – un pneumotorace ed un polmone opacizzato. Non si muore nell’ arco di 72 ore per il freddo”. Nella relazione inviata al Direttore generale dell’ Asl 1, Rago afferma che il 35enne soffriva di una “severa granulocitopenia”, con appena 2500 globuli bianchi, provocata probabilmente da un’ assunzione massiccia e protratta di “Depakin”, un farmaco anti-epilettico.  “Al polmone destro – aggiunge il direttore sanitario – risultava uno pneumotorace ed il sinistro era completamente opacato. Un chirurgo ha applicato un drenaggio per lo svuotamento del polmone destro. Dopo circa tre ore – si afferma nella relazione – Biancolino ha avuto una crisi respiratoria ed un arresto cardiaco”.

LA FAMIGLIA REPLICA – Attraverso i legali Angelo e Sergio Pisani, la famiglia Biancolino ha replicato alle conclusioni dell’ospedale. Diffuso anche un video che mostra la finestra nei cui pressi era sistemata la barella del 35enne (nella foto).  I legali contestano le parole di Rago circa il funzionamento del climatizzatore e il drenaggio praticato al polmone del paziente. “Frasi – afferma Angelo Pisani – che si commentano da sole e sono la riprova della condizione del sistema sanitario campano purtroppo nota a tanti ammalati : ma dove era il nuovo direttore mentre Ernesto abbandonato in barella subiva trattamento disumano? Ma quale finestra e spiffero ha visto? Quale condizionatore ha visionato e quando l’avrebbe controllato dopo la tragedia? Apprendiamo anche che è stato praticato il drenaggio al povero Ernesto. Ma quando? Quando era già troppo tardi, dopo ore e ore di abbandono senza assistenza ed al gelo?». Pisani rimarca anche la mancanza all’ospedale del  Triage, indispensabile per lo smistamento dei pazienti e la segnalazione delle massime urgenze. “Dicono qualcosa il dottor Rago e il manager Esposito – aggiunge il legale – sul fatto che a smistare gli ammalati in arrivo al pronto soccorso del San Giovanni Bosco è una guardia giurata? Le risposte, oltre che alla loro coscienza, dovranno darle ai magistrati”.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest