E’ un progetto della Zeus Record, leggendaria casa discografica napoletana
Quattordici tracce attese da oltre 13 anni; anche per questo l’uscita di “Nannì”, il nuovo album di Valentina Stella, assoluta e leggendaria certezza nel firmamento canoro partenopeo, è un evento rampa-di-lancio di un 2024 che promette di essere targato Napoli più che mai.
La voce di Valentina impreziosisce accordi e virtuosismi sonori, magistralmente amalgamati da Adriano Pennino, di per sé una garanzia senza tempo. “Nannì”, è anche il nome dello spettacolo in scena al Teatro Cilea di Napoli il 14 febbraio prossimo, omaggio a sua madre, che di “talenti” ne ha partoriti davvero tanti, mentre in casa l’artista era il papà da cui ha ereditato il talento per il canto..
“Nannì”, preceduto dal singolo “Che sò pe ‘tte”, è un progetto a cui la Zeus Record, leggendaria casa discografica napoletana che si accinge a celebrare i suoi primi 60 anni, ha riservato sforzi e sacrifici, puntando con convinzione sull’unicità delle corde vocali di Valentina Stella e su quella struggente teatralità in ogni interpretazione, maturata negli anni trascorsi tra faticose gavette e sorprendenti palcoscenici. Corposo ed autorevole il simposio di autori che hanno contribuito all’album con la loro penna: da Bruno Lanza a Vincenzo D’Agostino, Vincenzo Caradonna, Francesco De Rosa, Ciro Troiano, Alessio Arena, Alfredo Venosa, Gennaro Scuotto, Luigi Sica e Federico Abussi.
L’album è la sintesi di un lungo periodo di assenza dalla discografia, non dalle scene, fatto di emozioni e sentimenti. Valentina ha dato spazio a cinema, teatro e concerti, coniugando perfettamente tutti gli aspetti della sua arte, un’artista profondamente completa.
“Stamme ancora ccà”, in coppia con Andrea Sannino, è il nuovo singolo estratto dall’album. Due le cover (“Mente Cuore” e “Paura”) incluse nel nuovo album, che rappresenta anche un’esaustiva panoramica sul nuovo look di Valentina, incluso nel corposo “booklet fotografico” allegato (scatti di Vincenzo Ferraro).
Di tutto rispetto anche il parterre musicale che ha lavorato al disco: oltre allo stesso Adriano Pennino alle tastiere, Roberto D’Aquino al basso, Giampaolo Ferrigno e Maurizio Fiordiliso alle chitarre, i professori del Teatro San Carlo per gli archi, Alfredo Golino alla batteria e Gaetano Correra alle percussioni, Carmine Marigliano al flauto, i fratelli Gaetano e Gianfranco Campagnoli ai fiati, Antonio Rufo all’oboe, ed i cori di Silvia Aprile.