Sprechi, consulenze e nomine senza concorso: scandalo Eav, indagine su vecchie gestioni

La Procura della Corte dei Conti ipotizza un danno erariale di 7,6 milioni. Citate a giudizio 8 persone

NAPOLI – Un danno erariale di 7,6 milioni euro nella gestione dell’Eav: è l’ipotesi è della Guardia di Finanza nell’ambito di un’attività d’indagine delegata dalla Procura generale della Corte dei Conti per la Campania.

 

Al termine delle indagini, per il danno milionario alle casse della Regione, sono state citate in giudizio complessivamente 8 persone.

Per il Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli, agli ordini del colonnello Giovanni Salerno e sotto il coordinamento del pubblico ministero contabile, Marco Catalano, i vertici della holding dei trasporti “hanno depauperato le casse della Regione Campania, affidando numerosi incarichi pluriennali di consulenza professionale rivelatisi inutili, oltre che conferiti in spregio dei più elementari principi di efficacia, trasparenza, economicità e correttezza”.

“Basti pensare al caso  – accusa una nota delle Fiamme gialle – di un amministratore unico dell’Eav, già dipendente della medesima società, da cui percepiva una lauta pensione: una volta diventato il massimo dirigente dell’Ente, si autoconferiva, per un periodo di ben 8 anni, un incarico di consulenza avente per oggetto, sostanzialmente, gli stessi compiti e mansioni che doveva svolgere nella sua qualità di vertice amministrativo dell’Eav. E ciò, con l’inescusabile avallo dell’assessore ai trasporti dell’epoca (delegato dal presidente della giunta regionale a rappresentare il socio unico Regione Campania) nonché con il colpevole beneplacito del collegio sindacale allora in carica”.

In un altro caso si sarebbe “giunti finanche a reclutare un nuovo direttore generale, giustificando tale assunzione mediante la creazione ‘ad arte’ della vacanza organica nel ruolo, attraverso l’istituzione di una nuova direzione per la pianificazione affidata al direttore generale uscente”. Contestato “un danno erariale per circa 350mila euro nei confronti del pro tempore amministratore unico e del collegio sindacale in carica, in conseguenza dell’accertata inutilità della neoistituita alta direzione, in quanto alla stessa venivano affidati compiti che, ai sensi delle vigenti norme statutarie della società, spettavano già all’organo di vertice e al direttore generale”. E inoltre: “Le procedure adottate per l’assunzione diretta ed a tempo indeterminato delle citate figure dirigenziali sono risultate in evidente contrasto con le disposizioni in materia di assunzioni di personale previste dalle norme regionali e nazionali vigenti perché senza selezione pubblica”.

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