Festeggiamenti al Teatro San Carlo
Il 5 giugno 1224, Federico II di Svevia fondava l’Università degli Studi di Napoli diffondendo una circolare che merita di essere letta per la modernità dei concetti che esprime.
“Federico, per grazia di Dio imperatore dei Romani a tutti i fedeli del Regno di Sicilia che leggono la presente lettera. Col favore di Dio, desideriamo che in ogni parte del nostro Regno molti diventino savi e accorti attingendo alla fonte delle scienze e a un vivaio di saperi.
Disponiamo perciò che nell’amenissima città di Napoli vengano insegnate le arti e coltivati gli studi connessi con ogni professione, così che i digiuni e gli affamati di sapere trovino nel nostro Regno di che soddisfare i propri desideri e non siano costretti, per ricercare la conoscenza, a peregrinare e a mendicare in terra straniera.
Le condizioni che offriamo agli studenti sono queste: in primo luogo che nella detta città ci saranno dottori e maestri in ogni facoltà. Gli studenti, poi, da qualsiasi posto provengano, siano sicuri di soggiornare, stare e tornare non avendo a patire alcun danno tanto nella persona quanto nei propri beni.
I migliori alloggi esistenti nella città saranno dati in affitto agli scolari dietro corresponsione di due once d’oro al massimo, e tale importo non sarà superiore.
Saranno fatti prestiti agli studenti, in base alle loro necessità, da coloro che sono designati a ciò dietro consegna in pegno dei libri, che saranno restituiti provvisoriamente ricevendo la garanzia degli altri studenti.”
Gli 800 anni dell’Ateneo festeggiati al Teatro San Carlo – ‘Università di Napoli è considerata in assoluto la prima università laica in Europa di tipo statale (non fondata, cioè, da corporazioni, religiosi, ovvero da associazioni di intellettuali o di studenti, ma in forza di un pubblico provvedimento sovrano. Due furono i motivi principali che spinsero l’imperatore all’edificazione dello Studium. In primo luogo la formazione esclusiva del personale amministrativo e burocratico della curia regis (la classe dirigente del regno) e, quindi, la preparazione dei giuristi che avrebbero aiutato il sovrano nella definizione dell’ordinamento statale e nell’esecuzione delle leggi. In secondo luogo, l’espresso interesse di agevolare i propri sudditi nella formazione culturale, emancipandosi ed evitando loro inutili e costosi viaggi all’estero. In un’epoca in cui gli studenti erano soliti pagare i propri docenti, nell’ateneo federiciano fin dalla sua fondazione i docenti erano retribuiti dall’imperatore, gli studenti erano protetti e tutelati, e quelli meritevoli potevano godere di prestiti d’onore e alloggi.
Tutto questo 800 anni fa. Oggi, a secoli di distanza, nel segno di quell’antica tradizione giuridica continuano a formarsi illustri avvocati, magistrati e studiosi di diritto.
Tra le innumerevoli personalità eccellenti che hanno studiato presso l’Ateneo federiciano: i filosofi Benedetto Croce e Giordano Bruno, il fondatore dei Salesiani don Bosco, il medico Giuseppe Moscati e tre ex presidenti della Repubblica Italiana (Enrico De Nicola, Giovanni Leone e Giorgio Napolitano).
“Dedico questa serata alle nostre 20mila matricole che ogni anno ci fanno sentire giovani e fanno ripartire la macchina voluta da Federico II che nel 1224, invece di fare una chiamata alle armi, fece una chiamata agli studi”. Lo ha detto il rettore dell’Università Federico II di Napoli, Matteo Lorito, in occasione delle celebrazioni al teatro San Carlo per festeggiare gli 800 anni dell’Ateneo.
Una festa ricca di eventi e di personaggi noti del mondo della cultura, della scienza, dell’imprenditoria, delle istituzioni. In sala le autorità cittadine, il prefetto, Michele di Bari, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.
Il rettore ha espresso l’auspicio che “le Università continuino a crescere, che si mantenga solida la rete universale del sapere e che lo spirito federiciano continui ad andare avanti perché finché sarà così avremo la nostra civiltà, la nostra umanità, il nostro vivere insieme. Sicuramente – ha aggiunto – ci saranno momenti difficili anche nei prossimi 800 anni, come li abbiamo visti nella nostra lunga storia, ma la presenza dell’Università e il fatto che le matricole continuino a rispondere a questa chiamata è forse per noi la garanzia più importante che ci sia per un futuro migliore“.
Nel corso della serata è stata presentata la moneta celebrativa realizzata dall’Istituto Poligrafico e della Zecca dello Stato italiano, i cui primi esemplari sono stati donati alle autorità. Poi spazio alla consegna dei riconoscimenti ai Laureati illustri che quest’anno sono la scrittrice Viola Ardone, il capo del Dipartimento per gli Affari interni territoriali del Ministero dell’Interno ed ex prefetto di Napoli Claudio Palomba, il Chari Mission Board for Vaccination Gualtiero Walter Ricciardi, il capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria Giovanni Russo, la scrittrice Chiara Valerio, lo scrittore Roberto Saviano e il ceo di Aeroporti di Roma Marco Troncone.
A raccontare gli 800 anni di vita dell’Università laica più antica del mondo è stato il divulgatore scientifico Alberto Angela. “La storia della Federico II è come un lunghissimo binario con tante traversine che sono gli studenti, i docenti, e con grandi stazioni che sono le scoperte – ha affermato – Il fatto che la Federico II sia legata intimamente alla storia di una città come Napoli, e adesso anche fuori dalla città, fa capire perfettamente quale fosse l’idea di Federico II: creare uno Studium, così si chiamava allora l’Università, intimamente collegato al luogo e alle vicende in cui si trova e non è un caso che Napoli e la Federico II stiano andando di pari passo da così tanti secoli”. A concludere la serata il concerto lirico a cura dell’associazione Nova Neapolis Aps con i solisti dell’Orchestra da camera di Napoli“
CiCre