Napoli, “il chiavicone” crolla a 5 giorni dalla mareggiata

Lungomare, cede il settecentesco arco borbonico in pietra. Sorto come molo per i pescatori, fu trasformato in scolo fognario. Non tarderanno le polemiche per l’incuria dell’antico manufatto

 Ha resistito 5 giorni, poi è crollato, come molti prevedevano. Sul lungomare di Napoli la mareggiata del 28 dicembre ha mietuto un’altra vittima: si tratta dell’antico arco borbonico in pietra, ultima testimonianza del vecchio porticciolo borbonico ritratto in tanti dipinti della Scuola partenopea. Il celebre manufatto, ribattezzato dai napoletani ‘o chiavicone, è crollato nel pomeriggio per le burrasche di questi giorni. L’arco di via Partenope risale al ‘700, e nacque come approdo per i pescatori del vicino borgo di Santa Lucia. In seguito, nel corso dell’800, fu trasformato in terminale dello scarico fognario. Da qui il soprannome popolare di chiavicone. Da anni abbandonato all’incuria, e in equilibrio precario su una porzione di masso, era stato recentemente puntellato con i tubi innocenti. Messo a dura prova negli anni, da diverse ondate di maltempo, aveva retto fino a oggi. Ma non tarderanno le polemiche, per il degrado in cui è maturata la perdita di questo reperto storico. Da anni, ben prima dell’ultima mareggiata, si susseguivano gli appelli alle autorità, per preservarlo: tutti inascoltati

(Foto Massimo Perretti/Fb)

L’arco borbonico qualche anno fa

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