
massiccia partecipazione alla mobilitazione indetta da Cgil e Uil
Grande adesione allo sciopero generale promosso da Cgil e Uil e straordinaria partecipazione alle manifestazioni e ai presidi in tutto il Paese sulla base dei dati fin qui pervenuti dai territori e dalle categorie.

Nel Centro Italia, adesioni medie di oltre il 70 per cento in alcune Regioni.
Alta l’adesione anche nei settori che oggi si sono fermati a livello nazionale, pubblico impiego, scuola, università, ricerca, poste e trasporti. In quest’ultimo si registrano picchi del 100 per cento nei porti, fino all’80 per cento nella logistica e nei Tpl e nel trasporto ferroviario, comparti sottoposti alla precettazione, del 70 per cento. Adesioni del 100 per cento alla Sammontana Spa gelateria di Firenze e alla Servizi ospedalieri di Lucca. Astensione totale anche alla Dussman ristorazione scolastica di Ancona. In tanti e tante hanno incrociato le braccia in tutti i settori privati. Qualche numero: a Firenze alla The Bridge il 70 per cento degli addetti si e’ astenuto, al Nuovo Pignone l’80 per cento; ad Ancona alla Fincantieri raggiunto l’80 per cento di adesioni, alla Ariston il 90 per cento e alla Tod’s di Fermo il 60. Stop per l’80 per cento degli operai della Ast di Terni.

Nel Lazio oltre il 90 per cento degli addetti Findus e Cmb Carpi hanno aderito allo sciopero, cosi’ come il 70 per cento dei lavoratori della filiera Amazon. 60 per cento raggiunto alla Rdb Italprefabbricati di Teramo, 90 per cento alle Trafilerie meridionali di Chieti e 75 per cento alla Teknocall de L’Aquila. In tutte le Regioni coinvolte dallo sciopero si sono tenute grandi manifestazioni: a Roma in 60 mila in Piazza del Popolo, dove hanno chiuso il comizio il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. Piazze piene anche a Firenze, Perugia, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Fermo, Macerata, Lanciano, Campobasso.

Un migliaio di lavoratrici, lavoratori e pensionati questa mattina in piazza Plebiscito a Napoli. Pubblico impiego, trasporti, sanità, scuola, appalti di vigilanza, pulizia e ristorazione collettiva, lavoratori e lavoratrici dei Consorzi di Bonifica: questi i settori che oggi hanno incrociato le braccia

“La risposta non può che essere la mobilitazione e lo sciopero, perchè – ha detto il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci – buttarla sull’ideologia e la politica, come vuole fare qualche ministro, non significa dare le risposte giuste ai lavoratori, ai pensionati e ai cittadini sui problemi di questo paese. É una manovra che non ci convince, che non va bene. Siamo preoccupati perchè la Campania pagherà il prezzo più alto, in termini di lavoro, di pensioni, di sanità. Abbiamo chiesto al Prefetto di ribadire alla Presidenza del Consiglio che siamo organizzazioni sindacali responsabili, che hanno scioperato e manifestato in maniera civile, che il diritto allo sciopero non va intaccato e che soprattutto che va rispettata e difesa la Costituzione. Noi scegliamo lo sciopero quando non ci sono risposte alle nostre richieste”.

“In giornata invieremo al presidente Vincenzo De Luca la piattaforma con le motivazioni dello sciopero indetto da Cgil e Uil e lo inviteremo ad essere con noi alla manifestazione del 1° dicembre a Napoli. Noi siamo in piazza anche per lui, perché in questa legge finanziaria ci sono tagli anche a Regioni e Comuni. De Luca – ha aggiunto Ricci – dovrebbe essere con noi a protestare perché la Regione subirà un taglio importante, in percentuale, dei 350 milioni che saranno sottratti agli enti locali e il trasporto pubblico locale sarà penalizzato. Mi dispiace. Parlare di tutto e non confrontarsi con i sindacati non fa bene a questo Paese”.

“Se siamo scesi in piazza – ha detto il segretario generale Uil Napoli e Campania, Giovanni Sgambati – è perché vogliamo risposte da questo governo che continua a non tenere in considerazione le ragioni del mondo del lavoro, a partire dai salari e dal rinnovo dei contratti, passando per le pensioni, senza contare che non ci sono risorse adeguate per la sanità mentre per la scuola si dovrebbe mettere un argine al dimensionamento scolastico”.
“Lo sciopero di oggi e i presidi a Napoli e in tutte le province della regione Campania – ha ricordato Sgambati – sono solo l’inizio della nostra battaglia perché il 1° dicembre noi saremo di nuovo in piazza con lo sciopero generale delle regioni del Mezzogiorno, completamente assente nelle azioni di Governo. Basti pensare all’industria, dove non vi è una visione per tutelare il comparto industriale e produttivo della Campania come nel resto del Sud e poi non dimentichiamo le conseguenze sfavorevoli che deriveranno dall’autonomia differenziata che, – ha concluso il segretario generale Uil Napoli e Campania – se verrà applicata così come è stata concepita, aggraverà le diseguaglianze e le distanze tra Nord e Sud del Paese.”

La mobilitazione di Cgil e Uil proseguirà con gli scioperi e le manifestazioni della Sicilia il 20 novembre, delle Regioni del Nord il 24, della Sardegna il 27 e delle Regioni del Sud il primo dicembre.