Disoccupati umiliati dal governo Meloni, il tetto massimo del Reddito sarà di 375 euro

L’Esecutivo pronto a varare il Mia,”Misura di inclusione attiva” ma non promuove un serio piano per la formazione e il lavoro

Il governo di Giorgia Meloni smantella il Reddito di Cittadinanza, umilia i disoccupati, i poveri e non attiva un serio Piano straordinario per il la formazione e il lavoro. Secondo il Corriere della Sera, l’Esecutivo sarebbe pronto a varare la “Misura di inclusione attiva” cambiando la la durata del nuovo sostegno e ci sarà la divisione in due categorie con quote a scalare: gli occupabili e le famiglie povere non in grado di lavorare.

Per i primi il tetto massimo di sussidio sarà di 375 euro mentre per le seconde l’importo base sarà di 500 euro.

La misura dovrebbe arrivare presto in consiglio dei ministri ed essere attiva già a settembre.

La sedicente riforma prevede una stretta. Le famiglie povere continueranno a ricevere un sussidio, la Misura di inclusione attiva, il cui importo base (per un single) dovrebbe restare di 500 euro al mese, come nel Reddito. C’è invece ancora discussione sulla quota aggiuntiva nel caso in cui il beneficiario debba pagare l’affitto. Il Reddito di cittadinanza prevede fino a 280 euro al mese. Con la nuova Misura questa quota potrebbe essere alleggerita e modulata sulla numerosità del nucleo familiare.

Ma la stretta maggiore colpirà gli occupabili. Qui l’ipotesi che ha più chance è quella che vede l’assegno base ridotto a 375 euro al mese.

 Stretta in vista anche sul fronte Isee. Secondo le indiscrezioni il tetto per aver diritto alla nuova Misura di inclusione attiva dovrebbe scendere dagli attuali 9.360 euro percepiti con il Reddito di cittadinanza a un massimo di 7.200 euro. Un taglio di oltre 2mila euro dell’indicatore della ricchezza familiare che rischia di far fuori una fetta significativa della platea di potenziali beneficiari, probabilmente un terzo.

Fatta la domanda, per via telematica, la prestazione sarà riconosciuta ai beneficiari solo dopo che saranno stati fatti i controlli incrociati sul possesso dei requisiti (ai fini dell’Isee vengono tenuti in considerazione reddito, patrimonio immobiliare, autoveicoli, eccetera) e i nuclei familiari senza occupabili saranno indirizzati ai Comuni per i percorsi di inclusione sociale mentre gli altri verranno avviati ai centri per l’impiego dove, come condizione per ottenere la Misura di Inclusione, dovranno sottoscrivere un patto personalizzato. Per gli occupabili la riforma, oltre ai centri pubblici per l’impiego, coinvolgerà le agenzie private del lavoro. Che incasseranno un incentivo per ogni persona occupabile per la quale riusciranno a ottenere un contratto, anche a termine o part time.

Per migliorare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro sarà creata una piattaforma nazionale sotto la regia del ministero del Lavoro dove gli occupabili dovranno obbligatoriamente iscriversi e dove potranno ricevere le offerte congrue di lavoro. Basterà rifiutarne uno per fare decadere la prestazione. L’offerta verrà ritenuta congrua se in linea con la profilazione della persona occupabile e se la sede di lavoro sarà nell’ambito della provincia di residenza del beneficiario del reddito o delle province confinanti (una formulazione, spiegano i tecnici, necessaria perché a volte Comuni di province diverse dalla propria sono più vicini al Comune di residenza). Saranno ritenute congrue anche le offerte di contratti brevi, purché superiori a 30 giorni.

  “Per i cosiddetti non occupabili cambia poco, il reddito di cittadinanza si conferma essere fondamentale come contrasto alla povertà. C’era da fare un lavoro sulle politiche attive, su tutto ciò che c’è attorno alla misura e questo mi sembra che vada nella giusta direzione“. Lo ha detto il presidente dell’Inps Pasquale Tridico in una prima valutazione della possibile riforma del reddito di cittadinanza. Tridico ha sottolineato inoltre che “il reddito minimo è una misura prevista dall’Unione Europea, tutti coloro che stanno al di sotto di una certa soglia devono avere un reddito. L’Italia dovrà fare i conti con le direttive della Commissione Europea sul reddito minimo, consentire a coloro che pur non trovando il lavoro perdono il reddito. Mi sembra effettivamente una grande criticità

Noi abbiamo tanti inattivi e abbiamo progetti di inclusione che spesso non vengono svolti da Comuni e centri per l’impiego – ha sottolineato ancora Tridico – qui mi sembra che ci sia una spinta molto forte in questa direzione“. 

Il governo risparmia togliendo risorse e sostegni alla povera gente e finanzia la guerra in Ucraina. Le famiglie con persone occupabili prenderanno di meno, arrivando a un sussidio da fame, 375 euro al mese contro i 500 di adesso. Scende pure il tetto Isee, da 9.360 a 7.200, restringendo la platea di beneficiari.

Rispetto al Reddito ci sono tagli a praticamente tutto, apporti costruttivi praticamente nessuno. Forse secondo questo Governo trovi lavoro più facilmente se fai la fame? Ma Giorgia Meloni sa quanto costano i beni alimentari? Sa dell’impennata dei prezzi come effetto del cambiamento climatico e della guerra in Ucraina? La invito ad andare a fare la spesa per farle rendere conto di cosa vuol dire per migliaia di persone non poter più usufruire del reddito. Un taglio di oltre 2 mila euro dell’indicatore della ricchezza familiare che rischia di far fuori una fetta significativa della platea di potenziali beneficiari, probabilmente un terzo.


L’Italia dovrà fare i conti con le direttive della Commissione Europea sul reddito minimo. I delinquenti su cui accanirsi per fratelli di Italia sembrano i poveri, quelli con reddito isee basso e senza occupazione, mentre i cittadini da premiare sono chi, grazie l’aumento del tetto sui contanti in legge di bilancio, paga senza controlli lavoro in nero ed evade le tasse con facilità. Una vergogna, una provocazione. Una decisione che sicuramente determinerà una forte reazione e l’inasprimento del conflitto sociale.

CiCre

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