Calcio, De Laurentiis: “gli ultras mi contestano perchè esigo il rispetto della legalità”

il presidente azzurro oggi ospite dell’Università degli Studi Luigi Vanvitelli

Il presidente del Napoli Calcio, Aurelio De Laurentiis ospite oggi dell’Università degli Studi della Campania, Luigi Vanvitelli non ha usato mezzi termini sul campionato, il Bari Calcio, i tifosi e la Città.

La sconfitta con la Lazio un incidente di percorso? Dico che è stata salutare, perchè uno altrimenti rischia di sedersi. Sarri poi è stato molto paraculo, anzichè giocare come al solito alto ha bloccato i due terzini. Poi Kvaratskhelia purtroppo ha messo la palla sui piedi di Vecino” – ha affermato il presidente del Napoli. “Champions o scudetto? Io mi auguro entrambi. Vinciamo la Champions? A furia di dire la vinciamo e festeggiamo lo scudetto, ci portiamo jella da soli. Bisogna essere silenziosi perchè le onde negative si propagano”, ha commentato De Laurentiis il presidente dei partenopei, che ha anche affrontato affronta la questione Bari, club di cui è proprietario e che potrebbe essere promosso in serie A. Dovesse succedere, “lo cederemo in mani sicure, a chi ci darà la garanzia di saper gestire una squadra di calcio come una opera dell’ingegno. Abbiamo lavorato per quattro anni investendo più di 100 milioni e non lo vorrei lasciare in mani stolte“.

De Laurentiis ha parlato anche del calcio in generale, attacca la legge Melandri e sostiene che “per curare i bilanci delle società che sono in perdita serve fare tabula rasa, se questa è una industria, se esiste il merito, bisogna ri-raccontare tutto in un contesto produttivo. Se ad un certo punto uno è convinto che ci siano due realtà calcistiche che per merito salgono in Serie A e nessuno vuole vederle perchè fanno duemila presenze in tv, per noi diventa difficile. A tutti va dato il diritto di arrivare, ma servono limiti. Il calciatore che viene dal basso, attraverso l’esperienza può affermarsi in Serie A, il pilota di go-kart, passando per F2 ed F3, può arrivare in Formula 1. La Formula 3 però non può stare nel campionato di Formula 1, diventa perdente. Il campionato di calcio se comprende società che non hanno le capacità economiche, è chiaro che diventa già forzato, sballato, compromesso e questo nessuno vuole capirlo. Ed è grave che lo Stato sia assente”.


Siamo stranieri in terra nostra – ha proseguito De Laurentiis – Dicono che siamo miliardari con debiti e che strapaghiamo i giocatori: il problema non sono i calciatori ma i procuratori. Ho chiesto alla Figc di studiare una modalità per cui una società di calcio possa esercitare la procura di un calciatore. C’era Mino Raiola che prendeva 25-50 milioni di euro di commissione sulle spalle di un club, poi è chiaro che arrivano i fallimenti”.

Il presidente del Napoli senza peli sulla lingua ha assunto una posizione netta sullo sciopero del tifo. “Io che sono molto rigido vengo contestato, io che sono per la legalità totale mi si dice che non sono tifoso. Io sono per l’organizzazione che funzioni, se vi faccio vedere quanti sono stati arrestati nell’ultima partita per spaccio di droga, i signori della Lazio sono arrestati in tre. Ma come, io non faccio entrare botti, fumogeni e petardi ai nostri e quelli sì? C’è modo e modo di sostenere la squadra, in Inghilterra hanno allontanato gli Hooligans e riempito gli stadi di bambini, da noi invece arriva il bambino con il genitore e gli dicono di non sedersi al suo posto. Questo crea un problema, è diseducativo, quando gli adolescenti sentono i cori credono che quella sia la realtà ma quei cori sottintendono una cosa semplice: ‘il Napoli siamo noi'”.

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