Pomigliano: Lo stabilimento Fca ha bisogno di investimenti per ripartire

Il segretario della Cgil, Walter Schiavella, definisce lo stabilimento punto centrale per il Mezzogiorno e per l’area metropolitana di Napoli

C’è bisogno di investimenti, se si vuol far ripartire lo stabilimento Fca di Pomigliano. Il segretario generale della Cgil di Napoli Walter Schiavella, intervenendo nel corso della conferenza stampa promossa dalla Fiom al termine delle assemblee sulla piattaforma contrattuale e sulle prospettive industriali che si sono svolte negli stabilimenti Fca di Pomigliano e Nola, mette subito le cose in chiaro sulla vicenda. “Lo stabilimento è un punto centrale per il Mezzogiorno e per l’area metropolitana di Napoli che, negli ultimi anni, ha perso un terzo della sua capacità produttiva nel manifatturiero. Senza investimenti il sito non può ripartire, lo sviluppo di questo territorio non può prescindere da una forte presenza industriale e qualificata”. Per Schiavella si deve ripartire dalla difesa dell’apparato produttivo esistente, di cui Fca è un elemento fondamentale e imprescindibile per la sua capacita di innovazione. “Se immaginiamo – ha detto il sindacalista – una industria di qualità non possiamo che partire dalla difesa di questo sito produttivo. La piattaforma per il rinnovo parte da elementi che impegnano l’intera Cgil, per un lavoro certo, di qualità su cui costruire un meccanismo capace di generare valore aggiunto per la collettività”. Un punto di debolezza, per Schiavella, è l’assenza di una visione comune in termini istituzionali sugli assi generali di sviluppo di questa importantissima area del paese. Sull’argomento è intervenuto anche il segretario generale della Fiom di Napoli Rosario Rappa: “Il tema delle politiche industriali per il Mezzogiorno – è fondamentale, così come lo è il tema di Fca e delle presenze da cui ripartire per ripresa dell’area metropolitana di Napoli. E’ necessario riattivare un tavolo nazionale con Fca per discutere le presenze industriali in Italia e nel meridione”. Mentre per Michele De Palma, della segreteria nazionale Fiom: “Abbiamo svolto le nostre assemblee a Nola e Pomigliano perché proprio qui, nel 2010 e nel 2011, si è aperta la questione relativa ad uno scambio tra diritti e lavoro. Ad oggi le promesse fatte da Fca non hanno trovato conferma in elementi concreti. Abbiamo discusso sia la situazione industriale che quella occupazionale, ma anche le condizioni di lavoro. Abbiamo l’ambizione – ha aggiunto De Palma – di voler rappresentare tutti i lavoratori degli stabilimenti, abbiamo proposto un questionario sul quale abbiamo raccolto oltre diecimila risposte. Abbiamo provato anche a costruire un percorso unitario, ma non c’è stata convergenza. Il consenso attorno alla Fiom sta crescendo. Si parlava anni fa – ha concluso De Palma – di salari tedeschi, oggi la paga base di un operaio della Fca è piu bassa di quella di un qualsiasi lavoratore metalmeccanico al quale si applica il contratto nazionale”.

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