Il provvedimento nelle particelle di terreno limitrofe all’ex stabilimento della Nokia

MARCIANISE – Sono 22 i pozzi sequestrati dai carabinieri di Marcianise, in esecuzione di un decreto preventivo, nelle particelle di terreno limitrofe all’ex stabilimento della Nokia Solution and Network in via Fratelli Kennedy. Il provvedimento è scaturito dalla trasmissione delle analisi Arpac del secondo semestre 2014, che segnalavano l’esistenza di contaminazione prodotta da composti organici clorurati nelle acque sotterranee della zona di Airola, in prossimità dello stabilimento Nokia, ex Siemens. I pozzi servono abitazioni private abusive, non allacciate alla rete idrica comunale.

 

L’INDAGINE – Le analisi su vari pozzi presenti nell’area hanno evidenziato la presenza di solventi organici aromatici e idrocarburi clorurati nella acque di falda superiori alla concentrazione soglia di contaminazione, la presenza di tetracloroetilene nell’ordine di 2/300 ug/L (valore limite 10 ug/L. per la rete di distribuzione e di l ug/L per le acque sotterranee). La presenza in acqua di falda del tetracloroetilene è necessariamente riconducibile a origine antropica. Sono ancora in corso gli accertamenti per stabilire la provenienza univoca o meno della sostanza inquinante dall’attività dello stabilimento ex Siemens, i cui responsabili avevano comunicato già nel 2002 la riscontrata contaminazione da composti organoclurati nella falda idrica. Nel 2006, su incarico della Nokia, era stato redatto un progetto di bonifica delle acque sotterranee mediante barrieramento idraulico lungo il margine occidentale dello stabilimento. In una nota il procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere, Maria Antonietta Troncone spiega però che “l’attività svolta da detto stabilimento è almeno una delle fonti di tale contaminazione”. Nel corso delle indagini, verificato se la contaminazione si fosse propagata a valle del sito e la possibile migrazione della contaminazione della falda per un lunghezza di circa 15 chilometri, attraverso diversi comuni da Gricignano di Aversa a Castelvolturno. Sono stati effettuati prelievi e analisi di acque dei pozzi. I risultati finora ottenuti hanno confermato la presenza di composti organoclorurati e di tetracloroetilene, in numerosi campioni di acqua prelevata. Molti di questi pozzi servono abitazioni private abusive, non allacciate alla rete idrica comunale. Il tetracloroetilene e’ un prodotto di sintesi, usato nell’industria come solvente o sgrassatore, con accertati effetti tossici per l’uomo, responsabile di tumori ai reni, al fegato, all’utero, alla pelle e al cervello a seguito di esposizione cronica. L’indagine e’ legata a una ipotesi di reato di corruzione o contraffazione di acque o di sostanze destinate all’alimentazione.

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