Tiziana Cantone, Facebook ricorre contro ordinanza che impose di rimuovere contenuti

Secondo i legali del social network nel provvedimento del giudice ci sono errori di fatto e di diritto

Per i legali del social network l’errore di fatto consiste nella circostanza che “alla data di presentazione del ricorso, solo un link su quattro era accessibile su Facebook e peraltro senza contenuti a sfondo sessuale”, e inoltre “al momento dell’emissione dell’ordinanza non ce n’era nessuno illecito o accessibile”. In sostanza “era cessata la materia del contendere”. Gli avvocati di Facebook Ireland ltd impugnano l’ordinanza emessa il 5 settembre scorso dal Tribunale Napoli Nord, giudice Monica Marrazzo, che intimava la rimozione dei video e delle pagine create contro Tiziana Cantone, la 31enne suicidatasi a seguito dello scandalo per il video hard. “Questo reclamo – affermano i legali – non vuole essere in alcun modo un atto che prolunghi la sofferenza generata da un così triste evento, tuttavia l’ordinanza contiene alcuni errori”. Oltre a presunti errori di fatto, Facebook lamenta errori di diritto. Nel ricorso si richiama il decreto 70/2003 che recepisce la direttiva comunitaria sull’e-commerce, sostenendo che fosse necessario un ordine dell’autorità per rimuovere quei contenuti, non bastando la notifica del ricorso.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest