Sanità, la Campania resta commissariata. Il M5S: “Ora via De Luca, ha negato diritti”

Per la Regione, il tavolo ministeriale dà l’ok sull’equilibrio dei conti. Raggiunta anche la soglia di legge sui Lea, ma la certificazione può arrivare solo al termine del primo semestre di quest’anno. La pentastellata Ciarambino: “La riunione ha stabilito che, per rimettere a posto i bilanci, il diritto alla salute è stato sacrificato. La Lega se ne faccia una ragione, il governatore va sostituito subito, come prevede la legge”

Sanità, la Campania resta commissariata. A dirlo è l’Ansa, dopo averlo appreso da fonti del ministero della Salute. La scelta sarebbe giunta al termine del tavolo di monitoraggio congiunto, tra il ministero dell’Economia e il ministero della Salute. La verifica sui piani di rientro indicherebbe che, al momento, non sussistono le condizioni per l’uscita dal commissariamento della sanità, in atto da un decennio. Pertanto, nel governo prevarrebbe la linea del M5S, che aveva ingaggiato un braccio di ferro con la Lega, negli ultimi giorni. Nel Carroccio, si erano registrate significative aperture verso lo stop al commissariamento, a partire dal viceministro al Mef, Massimo Garavaglia. In un comunicato, Palazzo Santa Lucia non fa riferimenti al tema commissario. La Regione comunica solo che “i ministeri della Salute e dell’Economia hanno confermato e formalizzato l’approvazione del nuovo Piano Ospedaliero”.Inoltre, è confermato “l’equilibrio finanziario raggiunto dalla sanità campana e il superamento della soglia prevista per i Lea, che sarà formalizzato, sul 2018, come accade per ogni annualità, al termine del primo semestre di quest’anno”. Tutto a posto, insomma, per l’amministrazione regionale. Ma nelle pieghe dei tecnicismi, si gioca il finale di partita nella sanità campana. E se ancora manca l’ok per i livelli essenziali di assistenza, De Luca potrebbe davvero essere messo fuori gioco, in forza della norma che ripristina l’incompatibilità tra i ruoli di governatore e commissario.

 

CIARAMBINO: “CERTIFICATA LA NEGAZIONE DEL DIRITTO ALLA SALUTE”. Al termine del tavolo, parte all’attacco la consigliera regionale Valeria Ciarambino (M5S). “Oggi al tavolo ministeriale è stato certificato quanto andiamo denunciando da anni. Ovvero – afferma- che per far rientrare i conti e mettere le carte a posto De Luca ha messo in atto un’operazione esclusivamente contabile che ha contribuito a negare, giorno dopo giorno, il sacrosanto diritto alla salute ai cittadini della Campania. Oggi è emerso che la sanità in Campania non solo non raggiunge neppure la soglia della sufficienza, ma versa in condizioni disastrose, come denunciamo da anni, dopo ispezioni che effettuiamo negli ospedali della nostra regione e raccogliendo le istanze e il grido di dolore dei nostri cittadini”. Ciarambino aggiunge: “Il commissariamento deve dunque proseguire e la Lega se ne faccia una ragione”. Per l’esponente grillina “va nominato al più presto un nuovo commissario che sostituirà il governatore dei fallimenti grazie anche a una norma, voluta dal Movimento 5 Stelle, che reintroduce l’incompatibilità tra il ruolo di presidente di Regione e commissario ad acta. Incompatibilità che fu cancellata dall’allora premier Renzi su ordine dello stesso De Luca, un personaggio che fa della politica un strumento di potere nell’esclusivo interesse personale e di pochi eletti”.

 

PIANO EDILIZIA OSPEDALIERA, ALTRO SCONTRO. Nella sanità campana, c’è un altro capitolo rovente: il piano di edilizia ospedaliera. “Non esiste, è l’ultima bugia di De Luca” tuona ancora Ciarambino. “Bastano due date riportate sulla sommità di atti pubblici – sostiene la consigliera pentastellata – per smascherare l’ennesima vergognosa bugia. Aprile 2018, il tavolo del ministero per la Salute boccia senza appello il decreto 35 presentato da De Luca”. Si tratta di un piano di edilizia ospedaliera da un miliardo e 80 milioni di euro, compresi i 17 milioni di euro per gli Incurabili. Viene “rispedito al mittente – dice la Ciarambino – perché incompleto e sprovvisto del supporto di studi di fattibilità. E infatti di quel decreto non c’è alcuna traccia sul Burc”. A dicembre 2018, “con il decreto 100 vengono riproposte quelle stesse richieste, ma la data di presentazione è antecedente a quella del piano ospedaliero. Dunque il piano di edilizia è stato redatto senza sapere quali e quante modifiche sarebbero state apportate al piano ospedaliero”. Per Ciarambino “la solita modalità schizofrenica della gestione de Luca. Resta il dato, ovvero che il piano di un anno fa cui parla De Luca, con un investimento da 17 milioni per il consolidamento strutturale degli Incurabili, semplicemente non esiste perché bocciato a causa dell’incapacità della sua amministrazione”. L’esponente dei 5 stelle denuncia che “in 4 anni, a fronte di una disponibilità di un miliardo e 700 milioni per ammodernare gli ospedali previsti dal piano straordinario di edilizia ospedaliera, sono stati spesi appena 500 milioni. Cifre certificate dalla Corte dei Conti”. In pratica De Luca “non è stato capace neppure di spendere soldi già disponibili, che avrebbero consentito di sistemare gli ospedali che cadono a pezzi, compreso l’ospedale degli Incurabili”.

 

A queste parole replica l’assessore regionale al bilancio, Ettore Cinque. “Esponenti dei Cinquestelle – dichiara – si fanno promotori dell’ennesimo atto di falsificazione dei fatti. Il Piano di edilizia sanitaria che prevede tra l’altro lo stanziamento di 17 milioni per l’ospedale Incurabili, è stato presentato un anno fa, il 24 aprile 2018. Alla presentazione del Piano nessuno studio di fattibilità era richiesto, non lo prevedeva la normativa. Dopo tre mesi senza risposta, a luglio 2018 il Ministero chiede di verificare i progetti di fattibilità dei 64 interventi discostandosi anche da quanto fatto in occasione del precedente accordo di programma sottoscritto a febbraio 2018”. “Nonostante i ritardi – aggiunge Cinque-, la presentazione dei 64 progetti ha avuto luogo nel mese di settembre e ha dato l’avvio a una nuova istruttoria che si è conclusa alla fine del 2018 alla presenza degli stessi progettisti delle Asl. La proposta di accordo è passata all’esame del Nucleo di Valutazione degli Investimenti Pubblici con un incontro che ha avuto luogo solo il 4 aprile scorso e si è ancora in attesa del responso. Il Burc non c’entra niente, visto che il Ministero ha continuato a chiedere ulteriori atti istruttori. Il Piano ospedaliero non c’entra niente. la programmazione degli investimenti è stata fatta di pari passo con la programmazione sanitaria recepita nel Piano Ospedaliero, tant’è che il Ministero della Salute ha attestato la coerenza del piano degli investimenti con il piano ospedaliero”.

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