Siglato “il patto di Posillipo” per l’alleanza alle comunali, l’ex ministro ha l’ok, ma deve vincere gli ultimi dubbi. Il capogruppo consiliare Brambilla insorge: “Questa è vecchia politica, a nome di chi parlano? Il programma, da un anno, lo stiamo stilando con gli attivisti”
Eravamo quattro amici al bar, ovvero: il patto di Posillipo. Così è stato ribattezzato l’accordo Pd-M5S per le comunali a Napoli, dopo l’incontro al vertice di ieri. È a un passo la candidatura dell’ex ministro Gaetano Manfredi, su cui c’è l’intesa, in attesa che sciolga definitivamente la riserva. Ma la fumata bianca non piace alla base dei 5 Stelle. A darle voce, il capogruppo grillino in consiglio comunale, Matteo Brambilla.
IL VERTICE IN UN BAR
Pd e M5S stringono il patto per il candidato unico, in un bar di Posillipo. Su Manfredì c’è l’ok del segretario dem Enrico Letta, e dei maggiorenti 5 Stelle, come Luigi Di Maio. L’ex rettore, tuttavia, resta attendista. Vorrebbe una legittimazione anche dal leader in pectore del Movimento, Giuseppe Conte. Ma anzitutto, punta ad incassare la garanzia definitiva sul salva Comuni. Il provvedimento parlamentare per blindare le disastrate casse di Palazzo San Giacomo. In tal senso, però, i segnali sarebbero positivi. “Dopo mesi di incontri sul territorio, dopo aver ascoltato il mondo delle imprese e la società civile – rassicura Di Maio -, a Napoli abbiamo suggellato un ambizioso patto per le prossime amministrative. Il Movimento e il Pd correranno insieme, partendo dai temi e dall’ascolto dei cittadini. Adesso avanti, scegliamo un nome valido per la città di Napoli”. A ratificare l’intesa, il tavolo di ieri a Posillipo (nella foto i partecipanti). Per il M5S, i parlamentari Luigi Iovino, Alessandro Amitrano e Gilda Sportiello, oltre a due consiglieri municipali Fabio Greco e Lorenzo Iorio. Per il Pd presenti il presidente e il segretario provinciale Paolo Mancuso e Marco Sarracino, oltre a Ilaria Esposito. “È stato un incontro molto proficuo, così come – afferma Sarracino – quelli che sino ad ora il Pd ha tenuto con le altre forze della coalizione. Siamo infatti nelle condizioni di presentarci in maniera unitaria a tutta la città e questa è una grande novità politica rispetto agli ultimi dieci anni”. Ma sull’accordo incombono i malumori della base grillina.
L’IRA DI BRAMBILLA E DEGLI ATTIVISTI 5 STELLE
“Questo non è mai stato, non è, e mai sarà il mio e nostro MOVIMENTO 5 STELLE”. Così si sfoga Brambilla sui social, commentando i primi lanci d’agenzia, sul “patto di Posillipo”.
“Da un anno stiamo stilando il programma per le elezioni comunali con gli attivisti, i portavoce locali, associazioni che – ricorda il capogruppo comunale – sono venute a dare il loro contributo. Solo chi vive la realtà della propria città può sapere di cosa ha bisogno, e come immaginare la Napoli che Vogliamo. Le altre modalità di fare politica le lasciamo volentieri a chi ha lasciato buchi miliardari in tutte le città italiane, si, quelli bravi a governare, a destra come a sinistra, che hanno tolto la speranza di un futuro a migliaia di giovani che ogni anno se ne vanno dal nostro paese per vedersi riconoscere la propria dignità, professionalità e per avere uno sguardo sul futuro”. Per Brambilla “chi va al bar al posto di prendersi un caffè, per fare “accordi” di vecchio stampo politico, decide di consegnarsi nelle mani di chi è stato causa di tutto questo. Vorrei sapere in nome e per conto di chi questi rappresentanti dei cittadini, e non di un partito, con nessuna carica o delega a riguardo, continuano ad andare a sedersi a questi tavoli”. Quindi, il capogruppo ribadisce: “L’unico tavolo che conosco è quello degli incontri con i cittadini per costruire insieme il nostro futuro. E’ quello che ho fatto finora e che ho intenzione di continuare a fare, rappresentando il programma e la lista che con orgoglio porterò avanti fino a fine mandato”. La chiosa è di sicuro effetto: “NON NEL MIO NOME”.