Paradosso Campania: può girare ovunque solo chi viene da fuori

Gli effetti del divieto di mobilità interprovinciale: esentato anche chi viene da zone ad alto tasso di contagio

In Campania, col coprifuoco, è scattato anche il divieto di mobilità interprovinciale. Con un paradosso: bloccati entro i propri confini di provincia sono solo i cittadini campani. Sono invece liberi di andare ovunque, anche da una provincia all’altra, tutti gli altri. Perfino chi arriva da aree ad alto tasso di contagio Covid. Ad esempio Lombardia (4.125 nuovi positivi oggi), Piemonte (1.550), Veneto (1.325), Lazio (1.251) e Toscana (1.145). Dal 3 giugno, infatti, in Italia è riammessa la mobilità fra regioni. E il blocco potrebbe ripristinarlo solo una legge dello Stato. E inoltre, ulteriore ed apparente paradosso: al momento, ogni residente in Campania può spostarsi fuori regione, senza poter raggiungere un’altra provincia campana. A riassumere il quadro sono i chiarimenti diffusi dall’Unità di crisi della Regione. “Con l’Ordinanza n.83 di oggi, – afferma il testo – è stato tra l’altro confermato il divieto di mobilità interprovinciale per i cittadini che hanno residenza, domicilio o dimora abituale nel territorio campano. La misura è finalizzata ad impedire la diffusione del virus da aree a maggiore intensità di contagio ad aree della regione nelle quali ad oggi la situazione è di minore gravità. La disposizione non si applica ai cittadini abitualmente residenti  o domiciliati in altre regioni, né al transito necessario allo spostamento dei cittadini campani verso altre regioni italiane o straniere”. Inoltre si precisa, a beneficio degli atleti agonisti: “Nelle attività di “formazione” che legittimano gli spostamenti,  sono inclusi l’attività formativa, di training, nonché gli allenamenti connessi ad impegni correlati a competizioni consentite dalle disposizioni vigenti. Ogni specifico motivo dello spostamento dovrà essere  autocertificato sotto responsabilità personale dell’interessato o, in caso di minori, dell’accompagnatore maggiorenne”.

Gianmaria Roberti

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