Napoli, la Federico II riapre a Settembre

Ministro Manfredi: “ridurre le tasse, maggiori investimenti per le borse di studio”

Da Settembre riapre l’Università Federico II di Napoli. L’Ateneo partenopeo tornerà ad essere frequentato dai giovani nel pieno rispetto delle norme di sorveglianza sanitaria. Ad annunciarlo il Rettore Arturo De Vivo, in occasione della manifestazione “Buon Compleanno Federico” con cui oggi si celebrano i 796 anni dalla fondazione dell’Ateneo partenopeo.“Già da luglio vorremmo vedere di organizzare almeno qualche seduta di laurea e d’esame. Osserviamo bene i dati di giugno a seguito dalla ripresa della libera circolazione perchè crediamo che meritino attenzione” – ha sottolineato De Vivo.  Un compleanno festeggiato alla presenza del ministro per l’Università e la Ricerca, Gaetano Manfredi. Durante la manifestazione, che ha visto la partecipazione degli studenti collegati via internet, sono stati premiati i 66 più meritevoli. Primo banco di prova del ritorno alla ‘tradizionale’ attività sarà l’esame di ammissione alla Facoltà di Medicina. ”Medicina per noi significa un impatto dai 4 ai 6 mila studenti – ha ricordato De Vivo  – E’ vero che quest’anno la prova d’esame è su base provinciale ma ci aspettiamo ugualmente una presenza di almeno 4mila studenti”. Per la ripresa a settembre dell’attività didattica, l’Ateneo sta già attrezzando le aule sulla base della capienza per il distanziamento fisico ma si stanno testando anche le reti per la connessione ”perché – ha evidenziato – sicuramente avremo una didattica ibirdia: in presenza in aula e a distanza e ci auguriamo di poter alternare per fare in modo che tutti gli studenti possano comunque essere all’interno delle aule”. Nel lockdown la Federico II non si è fermata ed ha garantito 3500 corsi di lezione con didattica a distanza, 40mila esami e 3mila lauree. “Il 9 marzo il nostro Ateneo si è svuotato dei nostri giovani – ha sottolineato De Vivo – ma già dal 16 abbiamo erogato i servizi ai nostri studenti mantenendo l’impegno che avevamo preso con loro”

Il ministro Gaetano Manfredi

Il Ministro Manfredi: ridurre le tasse e maggiori misure di sostegno delle borse di studio – “L’indirizzo dato a livello governativo è che già da luglio, lì dove possibile, si possa tornare a svolgere sedute di laurea in presenza perché la discussione della tesi in presenza ha un grande valore simbolico, è momento di chiusura di un percorso. Certo bisogna farlo con i distanziamenti giusti, con pochi familiari e con meno feste. Ma questa è la direzione verso cui si stanno orientando molti Atenei”. Lo ha detto il ministro per l’Università e la Ricerca, Gaetano Manfredi, a margine della manifestazione . Contestualmente per gli studenti che non possono raggiungere gli Atenei, per chi vive all’estero o ha altre difficoltà le sedute di lauree si svolgeranno a distanza. ”Dobbiamo essere molto flessibili – ha aggiunto Manfredi – perché è il modo migliore per poter dare risposte alle esigenze di tutti”. “A livello ministeriale stiamo lavorando a un Piano di rilancio per la formazione e al Governo avanzerò la proposta, su cui credo ci possa essere grande consenso, di un grande intervento sul diritto allo studio. Se vogliamo allargare la base di acceso alla formazione terziaria, dove in Italia abbiamo la percentuale più bassa d’Europa, lo dobbiamo fare non solo diversificando l’offerta e guardando alla formazione professionalizzante per avere un sistema più flessibile, ma soprattutto rafforzando gli strumenti di diritto allo studio che oggi in Italia sono insufficienti se confrontati con Germania o Francia”. ha aggiunto Manfredisignifica intervenire sulle tasse, avere maggiori misure di sostegno sulle borse di studio, avere più residenzialità universitaria. Abbiamo iniziato questo percorso con un intervento straordinario che è nel decreto Rilancio ma se servirà altro lo si farà perché questo deve essere un intervento strutturale che resta a regime”. A chi gli chiedeva se tema resistenze, il ministro ha risposto: “L’unica reale resistenza è la mancanza di coraggio. Nel momento in cui c’è un grande cambiamento, credo che bisogna avere il coraggio di intraprendere strade nuove. Certo questo è sempre rischioso e c’è la tendenza a non farlo ma servono condivisione, ascolto, discussione”.Quanto al coronvirus, “la ricerca medica e tecnologica applicata alla pandemia ha lavorato più degli altri e oggi sui vaccini, sui nuovi farmaci, sulle tecnologie di tracciamento, su sistemi diagnostici siamo all’interno dei più grandi progetti di ricerca che si stanno facendo in Europa. Oggi c’è molto bisogno di ricerca. Mai come in questo momento – ha aggiunto – bisogna lavorare sulla ricerca e anche per questo nel Dpcm del 4 maggio i laboratori, insieme alle biblioteche, sono stati i primi ad essere riaperti. Bisogna solo organizzarsi“.

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