
L’azienda sociale ignora l’etica e la responsabilità sociale e si comporta come un padrone delle ferriere
La Coop continua a presentarsi come azienda sociale che rispetta l’etica e i diritti collettivi ma non esita a buttare sul lastrico 155 lavoratori, nella stragrande maggioranza donne, molte mono-reddito, dipendenti da oltre 23 anni dell’Ipercoop di Afragola, in provincia di Napoli. La Coop, in sintesi, si comporta come un padrone delle ferriere.
La GDM, la società che gestisce il supermercato, ha comunicato loro che dopo oltre un anno di cassaintegrazione, i licenziamenti sono imminenti. Un colpo duro
I lavoratori e le lavoratrici hanno subito promosso iniziative di lotta. Nelle ultime ore è stato organizzato un presidio davanti all’ipermercato ma non escludono di andare a Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna dove si trova la sede legale e nazionale della Coop.
“Non possiamo essere trattate così dopo 23 anni di lavoro – protestano – non c’è responsabilità etica nè sociale da parte di chi ci sta facendo questo”.
Luana Di Tuoro, segretaria Filcams – CGIL della Campania, ha commentato: “Le lettere di licenziamento sono arrivate di venerdì sera alle 21, una situazione del genere, in tanti anni di esperienza, non l’avevo mai vista. Parliamo di 155 persone, per la maggior parte donne, molte delle quali lavorano a tempo parziale. Stiamo parlando di un settore già vulnerabile, e dobbiamo considerare anche l’indotto, con molte aziende locali coinvolte”.
La Coop ha rinunciato ad un’offerta di acquisto del Sole 365 perché ritenuta azienda ‘non eticamente affidabile’. “Non entro nel merito delle valutazioni della Coop, ma mi chiedo come sia possibile che eticamente non possano accettare questa proposta ma, sempre eticamente, acconsentano a mandare a casa 150 dipendenti, persone che hanno lavorato qui per oltre 20anni – sottolinea Francesco Emilio Borrelli parlamentare dei Verdi – L’azienda ancora non si è espressa sul futuro della sede di Afragola, ma una cosa è certa, le lettere di licenziamento sono arrivate e se non ci saranno risposte chiare ed esaustive da parte della Coop saremo pronto ad andare a Bologna, sotto le finestre della sede centrale, per far valere le ragioni dei lavoratori”. Il licenziamento di questi lavoratori rappresenta un grave problema sociale da evitare a tutti i costi.
Ciro Crescentini