La decisione assunta dalla giunta regionale della Campania di internalizzare i servizi e di non indire più le gare d’appalto per l’affidamento delle attività determinerà l’esubero dei dipendenti delle Coop Era e Gesco, operatori specializzati per svolgere attività in centri diurni dell’ambito della salute mentale e delle dipendenze.
Pronte le lettere di licenziamento per oltre 1300 operatori sociali – educatori, operatori sociali, Terapisti della Riabilitazione Psichiatrica, Assistenti Sociali, Psicologici, Oss – che garantiscono ogni giorno importanti servizi di medicina territoriale, rientranti nell’ambito dell’Asl Napoli 1.
Servizi che rischiano di scomparire o di essere ridimensionati con effetti devastanti per gli assistiti. La decisione assunta dalla giunta regionale della Campania di internalizzare i servizi e di non indire più le gare d’appalto per l’affidamento delle attività determinerà l’esubero dei dipendenti delle Coop Era e Gesco, operatori specializzati per svolgere attività in centri diurni dell’ambito della salute mentale e delle dipendenze.
Le Cooperative Sociali e il Terzo Settore hanno avviato una collaborazione stretta e proficua con il mondo della Sanità Pubblica, occupando spazi che il sanitario puro non poteva riempire, iniziando forme di cooperazione integrata fra gli interventi, valorizzando e potenziando la presa in carico del paziente, attivando e coinvolgendo il contesto sociale di riferimento.
Un esempio ne sono le sperimentazioni di lavoro integrato che, a Napoli, hanno generato, ad esempio, il Progetto “Aleph”, della USL 39 di Soccavo o del centro “Aquilone” di Miano, cui hanno fatto seguito ben presto tante esperienze territoriali che hanno avuto il merito di affrontare la sofferenza delle persone insieme al riscatto del tessuto sociale e dei luoghi (a volte complessi) dove operano ancora oggi: Scampia, Ponticelli, Soccavo, Sanità, Poggioreale, Pianura, Secondigliano e in molte altre parti della città si sono radicate esperienze importanti introno ai servizi socio-sanitari della ASL, dove la cooperazione sociale ha contribuito a generare opportunità di inclusione, rammendare le lacerazioni sociali e costruire protagonismo delle persone e delle loro famiglie.
Nel corso degli ultimi 30 anni tutto ciò ha rappresentato un reale investimento in professionalità educative e riabilitative che mettessero a disposizione degli utenti tanto la funzione pedagogica e socio-sanitaria, quanto le competenze e le capacità di promuovere inclusione sociale e lavorativa, di cui hanno pienamente beneficiato il servizio pubblico e i suoi fruitori finali.
Oggi si è svolto un presidio di lotta davanti alla sede del consiglio regionale al Centro Direzionale. Una prima di una lunga serie di iniziative di lotta che si articoleranno nei prossimi giorni
“Alla Regione Campania chiediamo il riconoscimento del nostro impegno in questi anni in cui abbiamo lavorato. Da 30 anni abbiamo portato avanti servizi e cercato di costruire un modello operativo, questo non può essere buttato via” – ha detto Antonietta Alberino, lavoratrice del Residenza sanitaria assistenziale(Rsa) Frullone. La ricaduta sull’utenza – spiega Alberino – è sostanziale. Dicendoci addio i pazienti perdono una parte del loro vissuto. Abbandonare questi spazi di assistenza è una doppia sofferenza, oltre al licenziamento c’è anche quella affettiva, disinteressandosi delle sofferenze negli ospiti dei centri diurni, notturni, nell’accoglienza dei tossicodipendenti”.
Le organizzazioni sindacali confederali di categoria a fianco dei lavoratori.
“Siamo qui con i lavoratori – spiega Marco D’Acunto, segretario Cgil sezione pubblica – per esaminare le scelte dell’Asl Napoli 1 che ha cercato un percorso di internalizzazione che non tiene conto di chi ha lavorato per 20 anni con professionalità e delle norme esistenti”.
Una perdita per i pazienti sottolinea Vincenzo Migliore, segretario della Cisl Fp: “Se usciranno questi lavoratori – spiega – non si garantisce l’assistente con esperienza alle fasce deboli e alla psichiatria, servizi che per 20 anni hanno mantenuto senza avere personale della Asl. Ora li vogliono mandare a casa? Non è giusto. Serve una soluzione per tutti, non siamo contrari ai concorsi ma si deve rispettare i lavoratori, le professionalità”.
Per Enzo Torino, segretario della Uil Fpl di Napoli e Campania, è il momento di “chiedere alla politica campana che sia presente al fianco dei lavoratori. La nostra proposta è di allargare la medicina territoriale dando uno sbocco lavorativo“
Sulla vertenza è intervenuto il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Gennaro Saiello – “In una situazione già estremamente critica per il sistema sanitario campano, con ospedali afflitti da carenze strutturali e di personale, il rischio di interruzione del servizio per oltre 1300 operatori del terzo settore è un dramma sul quale intervenire con urgenza. I lavoratori della cooperativa Era del consorzio Gesco vivono con profonda preoccupazione la paventata interruzione del servizio prestato in favore della comunità a causa di una serie di interventi assunti dall’Asl Napoli 1, che rischia di avere un impatto devastante anche sui servizi che vengono erogati alle persone in condizioni di difficoltà. Gli operatori destinatari del provvedimento della Asl, infatti, prestano assistenza ad anziani nelle Rsa, ai disabili e a tutte le persone ricoverate per combattere dipendenze di vario genere. Parliamo di educatori, operatori sociali, terapisti della riabilitazione psichiatrica, assistenti sociali, psicologi, oss, animatori territoriali, attivatori di rete e compagni di viaggio per molti pazienti, familiari e medici” – afferma Saiello.
“L’esperienza maturata sul campo, il senso di solidarietà e l’umanità di questi operatori rappresentano un patrimonio irrinunciabile per la nostra comunità, per cui una loro perdita avrebbe ripercussioni profonde e durature a danno dei più deboli. Per queste ragioni ho chiesto la convocazione di un’audizione urgente presso la commissione sanità, al fine di preservare l’efficienza dell’assistenza prestata dagli operatori e i livelli occupazionali. Siamo consapevoli delle sfide che il sistema sanitario campano deve affrontare ma la soluzione non può essere scaricare sugli operatori del terzo settore il peso di scelte sbagliate”, ha aggiunto Saiello.
Un incontro urgente con la Commissione Sanità e l’inserimento all’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio regionale. Sono questi i primi risultati dell’iniziativa di lotta promossa oggi dai sindacati e dai lavoratori.
CiCre