Fortuna Loffredo, tenta suicidio la Fabozzi. Le figlie confermano accuse al compagno, non a lei

La donna salvata in carcere dagli agenti penitenziari, era appena tornata dall’incidente probatorio in tribunale. La più grande delle bambine testimoni cambia un dettaglio del racconto del giorno in cui Chicca sarebbe stata uccisa: la madre non sarebbe stata presente sulla scena del delitto

Un’altra giornata drammatica sul fronte delle indagini sulla morte di Fortuna Loffredo e sul presunto giro di pedofili al Parco Verde di Caivano. Ha tentato il suicidio Marianna Fabozzi, compagna di Raimondo Caputo, l’uomo accusato di aver violentato e ucciso la bambina e. La donna ha tentato di togliersi la vita poco dopo essere tornata nel carcere di Pozzuoli, dopo aver assistito nel pomeriggio all’incidente probatorio nel corso del quale sono state ascoltate le sue tre figlie, che hanno confermato le accuse rivolte a Caputo. Fabozzi è stata salvata dagli agenti. La Fabozzi  è accusata di aver coperto le violenze. Ma è su questo versante che oggi ci sarebbe stata un’incongruenza nelle testimonianze raccolte dal gip.

 

LA BAMBINA: “MAMMA NON ERA PRESENTE” – “Mamma non era presente, non c’era sul pianerottolo, lei stava giù”. La più grande delle tre figlie di Marianna Fabozzi cambia un dettaglio nella ricostruzione del pomeriggio in cui morì Fortuna, detta Chicca. Ed esclude la presenza della madre dalla scena del delitto che avrebbe invece commesso Raimondo Caputo. “La bambina copre la madre” afferma fuori al tribunale Domenica Guardato, la mamma di Chicca. “Sono convinta  – aggiunge la donna – che non dica tutto per coprire la madre. Io sono convinta che anche lei c’entri qualcosa”. E Salvatore Di Mezza, legale di Caputo, spiega che “La bambina oggi ha raccontato che la madre non era presente sul pianerottolo quando lei seguì Caputo e Fortuna per fare la spia e vide l’uomo che stava sulla bambina che era immobile, mentre – dice  nel precedente interrogatorio riportato nell’ordinanza di arresto aveva detto che era stata seguita anche dalla madre quando vide Fortuna a terra che scalciava contro Caputo. Forse la bambina ha voluto proteggere la madre, ma sono circostanze che dovremo approfondire con grande attenzione”. Le divergenze sono sottolineate anche da Angelo Pisani, avvocato della famiglia della piccola vittima. “Il racconto della migliore amica di Fortuna per alcuni aspetti – sostiene – non risulta ancora completo. Se, infatti resta la convinzione che Raimondo Caputo sia colpevole, dall’altro alcune dichiarazioni della piccola ci impegnano ad accertare tutta la verità e a trovare tutti gli altri responsabili di questo orrore che non ha un solo colpevole. E’ obbligatorio capire il movente, ricostruire la scena del delitto e tutti gli attori coinvolti. Insomma vogliamo capire cosa è successo in quei tremendi 15 minuti. Di sicuro, nessuno deve farla franca”.

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