Centenario clinica Ruesch, pronti 100 interventi gratuiti ai bisognosi

L’iniziativa della casa di cura napoletana di origini svizzere, per festeggiare un secolo di attività, nel corso del quale sono 100mila i bambini nati in ostetricia e 400mila le operazioni chirurgiche. Nelle prossime settimane il varo di una fondazione con la mission dell’impegno sociale nel campo della salute

Per festeggiare il centenario, la struttura offre 100 interventi chirurgici gratuiti, ai quali potranno accedere pazienti bisognosi. Ad annunciarlo sono i vertici della la clinica napoletana Ruesch, storica istituzione nel settore sanità. La casa di cura di viale Maria Cristina di Savoia fu inaugurata nel 1919 per volontà dell’industriale di origini svizzere Arnoldo Ruesch. I numeri: in un secolo di vita, sono circa 400mila interventi, e 100mila le nuove nascite in Ostetricia. A celebrare i 100 anni, e comunicare le relative iniziative, una conferenza stampa all’Unione industriale di Napoli. La prima novità è la nascita dell’omonima fondazione, prevista nelle prossime settimane. “Avrà come mission un nobile scopo – spiega il presidente della Ruesch, Antonio Merlino – con un impegno sociale nel campo della salute, con spirito solidaristico, a beneficio delle fasce meno abbienti della popolazione, in linea con lo spirito fondativo originario”. Il direttore generale Francesco Merlino riassume il quadro delle attività: “Oggi sono 350 i chirurghi e i medici accreditati e autorizzati a esercitare la propria attività, e nel 2018 abbiamo erogato oltre 50mila prestazioni ambulatoriali e 5mila ricoveri”. In quanto ai cento interventi da eseguire gratuitamente, ci sarà un lavoro di “reclutamento” che vedrà impegnati, oltre alla clinica, enti benefici e caritatevoli, onlus ed istituzioni sanitarie pubbliche.

 

Un programma per riannodare i fili con lo spirito fondativo. Arnoldo Ruesch, proprietario di filande nel Sarnese, diede vita alla clinica per ricordare la memoria del fratello Carlo Giorgio – dal quale prende nome la società – scomparso in un incidente ferroviario nel 1913. I due avevano condiviso il sogno di far sorgere un moderno ospedale, con la missione di contribuire a sostenere il fabbisogno sanitario del territorio. “Nel documento programmatico del 1916, che precedette l’inaugurazione della Clinica – osserva Antonio Merlino- si evidenzia l’impegno sociale a beneficio delle classi sociali più umili, favorendo l’assistenza a costo zero per i pazienti non abbienti, un mirabile esempio ante tempore di Welfare e di Corporate Social Responsibility”. Insieme all’ordinaria clientela, talvolta anche straniera, venivano ospitati e curati, del tutto gratuitamente, anche gli operai delle filande e le loro famiglie, oltre a pazienti poveri, segnalati dallo stesso Ruesch. Accanto alla casa di cura, nella limitrofa Villa Iandolo, fu poco dopo trasferita – su sollecitazione di Elena d’Orleans, Duchessa d’ Aosta – la scuola convitto per infermiere professionali “Croce Azzurra”, la prima in Italia ad utilizzare il metodo di Florence Nightingale, diretta dall’inglese Grace Baxter. Il binomio Ruesch-Croce Azzurra durerà fino agli anni ’80, quando fu disposta la chiusura dei convitti. Quella scuola ha contribuito a formare migliaia di infermiere napoletane nel corso di tutto il ‘900. E tuttora, proprio alla Ruesch, prestano servizio alcune delle ultime allieve.

girobe

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