
Salvatore Barile era in fuga dallo scorso luglio: aveva organizzato la finta spedizione religiosa come escamotage per vedere la figlia piccola: catturato al ristorante
Era in fuga da luglio per sfuggire a un ordine di carcerazione emesso dalla procura generale di Napoli e aveva pensato che organizzare un pellegrinaggio a Pietrelcina della famiglia di un suo affiliato e infilare nel gruppetto anche la figlia potesse essere un buon escamotage per vedere la piccola senza correre il rischio di essere catturato. Assicurato alla giustizia il latitante Salvatore Barile, 32 anni, nipote degli storici capi clan Mazzarella e reggente della cosca che a Napoli controlla gli affari illeciti nel rione Forcella e nel quartiere di Poggioreale. Barile sfuggiva a una condanna per 416 bis.
I preparativi per il viaggio non erano passato inosservati e i militari della catturandi hanno avvertito il pm Henry John Woodcock della dda e seguito fin dall’alba la famiglia dell’affiliato e la figlia di barile.
Giunti sul posto i 5 hanno fatto il giro classico delle persone in gita religiosa. Poi sono entrati in un ristorante. Si sono seduti a tavola. Hanno fatto apparecchiare per 6. Hanno ordinato per tutti. Poco dopo è entrato nel ristorante Barile; i militari sono intervenuti e lo hanno ammanettato.