Stop a produzioni non essenziali, ecco il testo. I sindacati: “Troppi 80 settori”

Emergenza coronavirus, firmato da Conte il dpcm: è valido fino al 3 aprile. Spostamenti, nuova stretta: divieto di lasciare il proprio Comune

Conte firma il dpcm sullo stop alle attività economiche “non essenziali”, in vigore dal 23 marzo. In piena emergenza coronavirus, restano aperte 80 categorie. Non poche. La validità dei dpcm e delle ordinanze finora emanate, viene uniformata al 3 aprile. Qui c’è il testo dell’ultimo provvedimento. Le limitazioni non convincono Confindustria. All’opposto i i sindacati, per i quali sono troppe le categorie ritenute indispensabili. “Settori come l’edilizia, il tessile – affermano Cgil, Cisl e Uil -, la meccanica e il commercio all’ingrosso che nulla hanno a che vedere con la produzione di prodotti elettromedicali e anticoronavirus. Non era questo quello che avevano profilato al tavolo di palazzo Chigi”.

Divieto di spostarsi dal proprio Comune.  Non solo economia. Il decreto, all’articolo 1, recepisce l’ordinanza emanata domenica da ministero della Salute e dell’Interno, sugli spostamenti: una nuova stretta. “È fatto divieto a tutte le persone fisiche – si legge – di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati dal Comune in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”. Con l’ordinanza dei ministri Speranza e Lamorgese, si è provato a fermare – in attesa del dpcm di Conte – una nuova fuga dal nord verso le regioni meridionali.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest