
La situazione sta diventando insostenibile poiché sono troppi i richiedenti ed è difficile mantenere l’ordine e le distanze di sicurezza. Alcune delle mense hanno addirittura chiuso per la difficoltà di gestire la situazione come quelle di San Tarcisio e di Santa Chiara
L’emergenza Coronavirus ha messo in risalto una questione seria e drammatica. Duemila persone a Napoli non possono stare a casa perché la casa non ce l’hanno. I numeri. Chi una casa non ce l’ha come può rispettare i decreti emanati dal Governo? Un senza dimora ha solo due opzioni: stare bene o stare male, nel mezzo non ci sono tutele, la quarantena non la può fare nei centri di accoglienza, servono strutture dedicate. I consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Marta Matano e Matteo Brambilla hanno chiesto al sindaco di Napoli, Luigi de Magistris di attivare adeguate iniziative per trovare un tetto ai senza dimora. “Come ogni in ogni situazione di emergenza – spiegano – le fasce più deboli della popolazione sono quelle che soffrono di più. E anche a Napoli si sta verificando una drammatica emergenza in tal senso, nonostante tutti i proclami di accoglienza e di assistenza effettuata a 360 gradi 24 ore su 24. In città abbiamo solo 250 posti letto per i senza tetto ma essi sono più di 2000, così come riferito oggi dal Tg3 delle ore 14. Chi non riesce a trovare posto dorme per strada, oltre 1400 persone si recano alle mense della Caritas per un pasto caldo. Ma la situazione sta diventando insostenibile poiché sono troppi i richiedenti ed è difficile mantenere l’ordine e le distanze di sicurezza. Alcune delle mense hanno addirittura chiuso per la difficoltà di gestire la situazione come quelle di San Tarcisio e di Santa Chiara. I pasti caldi non vengono più somministrati e per praticità sono distribuiti solo pasti cestini“. “Nonostante le richieste da parte dei volontari – sottolineano gli esponenti pentastellati – nulla si è mosso e c’è il rischio che la situazione peggiori con aggravamento delle situazioni anche igienico-sanitarie. Chiediamo all’amministrazione comunale di terminare il suo letargo e attivarsi immediatamente per assistere poveri e senza-tetto e i generosi volontari che si impegnano senza sosta. Le strutture ci sono: i padiglioni della Mostra d’Oltremare, che è una azienda partecipata del Comune di Napoli, ben potrebbero essere attrezzate con le brandine, al loro interno i servizi igienici ci sono e possono essere incrementati con bagni chimici. All’interno della Mostra d’Oltremare ci sono anche dei ristoranti che potrebbero potrebbe preparare pasti caldi da distribuire grazie ai volontari”. “Assistere i più deboli – concludono Matano e Brambilla – e svolgere controlli di ordine pubblico continui e efficaci, senza dover ricorrere a misure – falsamente – estreme, come sostengono gli sceriffi del momento, significa controllare il territorio e far sì che l’emergenza abbia fine prima possibile. L’amministrazione comunale, che al momento sembra essere svanita nel nulla, quando darà un segnale in tal senso?”
Ciro Crescentini