Sea Watch, procura Agrigento: “Ragioni umanitarie non giustificano atti di violenza”

Guardia di finanza: “Abbiamo rischiato di morire”

“Le ragioni umanitarie non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi in divisa lavora in mare per la sicurezza di tutti”. Lo dice il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio in merito all’arresto di Carola Rackete, la comandante della Sea Watch arrestata dopo aver disobbedito all’alt della Finanza e avere speronato una motovedetta nel tentativo di attraccare nel porto di Lampedusa. Significativa la testimonianza dei militari delle fiamme gialle “Abbiamo rischiato di morire schiacciati da un bestione di 600 tonnellate, sono stati momenti di puro terrore nella notte” dicono all’ agenzia di stampa Adnkronos fonti della Guardia di Finanza. “Dicono di salvare vite umane e poi rischiano di ammazzare uomini dello Stato. Da parte del comandante è stata un’azione criminale. Punto“. “E’ stata un’azione criminale – raccontano ancora fonti Gdf – la motovedetta è rimasta schiacciata sulla banchina. Se ci fosse stato maestrale come questa mattina sarebbe stata una tragedia. Non sappiamo come sarebbe finita. I ragazzi hanno rischiato di morire”. E ancora: “La motovedetta di appena dodici metri aveva addosso quel bestione di acciaio di oltre 600 tonnellate, poteva finire male per gli uomini della Guardia di Finanza”. Momenti di paura che sono durati “più di cinque minuti, cinque minuti di puro terrore”, raccontano le Fiamme gialle.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest