A bordo della vettura c’erano delle armi.  All’identità di Ismael Omar Mostefai si è risaliti da un dito, unica parte intatta dopo l’esplosione. Era schedato come integralista ma non monitorato

PARIGI – Un’auto utilizzata dal commando che ha compiuto le stragi di venerdì sera a Parigi è stata trovata nella banlieue della capitale francese. A bordo c’erano delle armi. L’indagine sta ricostruendo la dinamica e l’identità del gruppo di sette persone – tra cui forse anche una donna – che sono entrate in azione in contemporanea in vari punti del X e XI arrondissment parigino e nel teatro Bataclan. Uno dei kamikaze è stato identificato come un 29enne francese nato a Courcouronnes, Essonne, di origini algerine: si tratta di Ismael Omar Mostefai, e, come riporta la Cnn, viveva a Chartres fino al 2012. Nato il 21 novembre 1985 alla periferia di Parigi, aveva 8 condanne per reati non gravi tra il 2004 e il 2010 ma non era mai stato incarcerato. Secondo quanto riferisce Le Monde, aveva soggiornato in Siria per diversi mesi durante l’inverno del 2013-2014: c’è traccia del suo passaggio in Turchia nell’autunno del 2013, poi è stato avvistato dai servizi segreti di nuovo a Chartre nella primavera del 2014, osservando un piccolo gruppo di salafiti a Chartres. Su Mostefai la Direzione generale per la sicurezza interna (Direction générale de la sécurité intérieure) aveva una scheda di tipo S per radicalismo, cioè di persona sospettata, nel 2010: era schedato come integralista ma non monitorato. Aspetto che scatena già dubbi e polemiche. È stato possibile compiere l’identificazione grazie alle impronte digitali prese da un dito, l’unica parte rimasta intatta dopo l’esplosione. Secondo alcune fonti, la polizia avrebbe arrestato sei membri della famiglia ddi Mostefai, compresi il padre e il fratello.

 

 

LO STEWARD EROE ALLO STADIO – Le indagini attorno agli attentatori dello stadio invece partono dal passaporto trovato nella zona dello Stade de France accanto al corpo di un kamikaze: un documento che però, secondo gli 007 Usa- fonti citate dalla Cbs- è probabilmente falso. Il documento non contiene i numeri corretti per un passaporto legittimo e la foto non coincide con il nome. Il passaporto siriano ritrovato accanto al corpo riporta il nome di una persona, nata nel settembre 1990, sconosciuta ai servizi segreti francesi, passato il 3 ottobre scorso dall’isola greca di Leros e registrato come profugo. Sarebbe quindi entrato in Francia come rifugiato. I terroristi di Saint Denis puntavano al massacro in diretta tv, ormai è chiaro. Volevano una strage sugli spalti, mentre si giocava Francia-Germania e in tribuna c’era il presidente Hollande. Ma il piano è naufragato – in parte – grazie a uno dei eroi per caso che compaiano nelle storie degli attentati jihadisti. Un uomo di origini arabe, peraltro. Lo steward, che ha chiesto di essere identificato solo con il suo nome di battesimo, Zouheir, ha spiegato che durante la perquisizione, avvenuta all’ingresso dello stadio circa un quarto d’ora prima della partita, uno dei kamikaze è stato scoperto. Gli addetti hanno notato cheindossava un giubbotto esplosivo. Fallito il piano di compiere un eccidio allo stadio, il terrorista  si è fatto esplodere nel piazzale.

 

ISIS, SECONDA RIVENDICAZIONE – “Non vivrete in pace finché continueranno i bombardamenti”. l’Isis ha rivendicato ufficialmente gli attacchi di Parigi, “la capitale dell’abominio e della perversione”. Alcuni jihadisti hanno pubblicato un video, senza data, in cui recapitano nuove minacce alla Francia. Si tratta della seconda rivendicazione indiretta.

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