Il fondatore del M5S: “In un Paese divorato da corruzione ed illegalità, con il più imponente debito pubblico, sono una pesante ipoteca che grava sul futuro dei giovani. Sono funzionali solo alle classi politiche ed economiche per appagare il delirio di onnipotenza”. Il premier: “Il M5S dice non per rifarsi una verginità a Roma”
“Olimpiadi no grazie”: così si intitola un post, a firma di Elio Lannutti (Adusbef), pubblicato sul blog di Beppe Grillo. Riprendendo la ricerca dell’associazione dei consumatori, il fondatore del M5S spiega i motivi per cui con ogni probabilità Roma rinuncerà alla candidatura per il 2024.
“In un Paese divorato da corruzione ed illegalità – si legge – con il più imponente debito pubblico pari a 2.248,8 miliardi di euro, cresciuto con l’attuale Governo al ritmo di 5 miliardi al mese pari a 116.000 euro al minuto, una pesante ipoteca che grava sul futuro dei giovani, a chi e cosa servono le Olimpiadi di recente giudicate dal presidente Renzi: “fantastiche perché porterebbero soldi alle periferie”, che secondo l’analisi di Gavin Poynter, professore di scienze sociali alla East London University e direttore del centro di ricerca universitario Leri, vengono: “spesso presentate come opportunità di rigenerazione per la città che li ospita, ma finiscono invece col diventare uno spreco di risorse pubbliche e un ottimo affare solo per le speculazioni private”?”
“Se le Olimpiadi o i mondiali, possono essere funzionali alle classi politiche ed economiche per appagare il delirio di onnipotenza di immarcescibili saltimbanchi e molti affari per gli imprenditori – prosegue il post – i Giochi spesso vengono utilizzati per ipotecare il futuro dei giovani gonfiati di debiti e come potenti armi di distrazione di massa, con la finalità di offrire con lo spettacolo, ripreso in mondovisione da mass media e Tv che ne finanziano una minima parte dei costi, effimeri sollievi a condizioni economiche e sociali delle famiglie, che potrebbero essere momentaneamente appagate con le medaglie, prima di finanziare con le loro fatiche, i costosi apparati pubblici”.
Inoltre il blog di Grillo ricorda: “Roma, che non si è ancora ripresa dai mondiali di Nuoto del 2009 (con un deficit di 9 milioni di euro), che ha lasciato debiti e macerie ancora tutte da smaltire, dopo l’inchiesta dei magistrati sui “grandi eventi” e le “cricche degli appalti” con imprenditori e funzionari pubblici coinvolti, come il palazzetto delle vele di Calatrava a Tor Vergata, 250 milioni di euro per un cumulo di cemento e un ammasso di ferro che potrebbe costare circa 700 milioni di euro; i 26 milioni di euro per la piscina di Ostia; i 13 milioni di Valco San Paolo; o la piscina costruita su suolo pubblico con fondi privati, poi offerta in concessione al Circolo Aniene, ha veramente bisogno delle Olimpiadi?”
LE TABELLE SUI GIOCHI CHE “NON CONVENGONO” – Il M5S prende in esame le tabelle elaborate da Adusbef e da un recente studio della Oxford University, secondo cui “quasi tutte le edizioni dei giochi, oltre a portare debiti, hanno visto raddoppiare il budget iniziale previsto, in media di un + 176%, a partire dalle Olimpiadi di Toronto, del 1976: nonostante l’allora sindaco Jean Drapeau avesse detto che «i giochi olimpici non possono perdere soldi i costi – inizialmente stimati in 250 milioni di dollari – lievitarono fino a ben oltre i due miliardi, al punto che – afferma il post – il governo locale fu costretto ad istituire una tassa speciale sui tabacchi per ripagare i debiti, in particolare per la costruzione dello stadio olimpico, presente trent’anni dopo la fine dei Giochi ed estinta solo a fine del 2006”.
“Tutte le edizioni successive a quella del 1984 – si sostiene – sono state una perdita netta per le amministrazioni pubbliche locali e nazionali. In Spagna il governo, la città e la regione di Barcellona (sede delle Olimpiadi 1992) ci rimisero oltre 6 miliardi di dollari. Ad Atene il rosso delle casse pubbliche, dopo le Olimpiadi 2004 che batterono tutti i precedenti record di costi, è stato di oltre 10 miliardi (su spese complessive di 15) contribuendo al disastro dei conti del Paese. A Pechino – che per i giochi del 2008 batterono il record di spesa appena stabilito da Atene – il costo netto per le casse pubbliche è stato addirittura di oltre ventisei miliardi di dollari”.
RENZI ATTACCA PER LA RINUNCIA ALLA CANDIDATURA LANCIATA DA LUI – Tra rabbia e rassegnazione, Renzi attacca il M5S per il no alla candidatura. Una candidatura fortemente voluta da Palazzo Chigi, grande sponsor dell’operazione 20124 assieme al Coni di Malagò. Intervistato da Gianni Riotta alla festa dell’Unità di Firenze, ieri il premier ha sparato contro i pentastellati: “Chi dice di no magari per questioni interne, rifarsi verginità nel dibattito di Roma a me sembra triste per Roma e per l”Italia. Decideranno loro, hanno vinto loro, ma non si può dire di no perché – dichiara – si ha paura del futuro”. Attorno al mantra del futuro ruota la polemica di Renzi, secondo cui rinunciando ai Giochi “la città si taglia le gambe”. O forse le taglia a qualche palazzinaro.
(Foto Beppe Grillo/Fb)