
Si riapre il dibattito sul malessere e la fragilità dei più giovani
ll suicidio della studentessa dell’Università Iulm di Milano, trovata morta nei bagni dell’ateneo mercoledì 1° febbraio, riapre il dibattito sul malessere e la fragilità dei più giovani. E, in particolare, degli studenti universitari. .
Nelle ultime ore sono stati promossi presidi di lotta a Milano, Perugia, Palermo, Sassari, Lecce, Firenze, Cagliari e Modena.
“Non si può essere normale morire di università. Negli ultimi tre anni almeno dieci universitari si sono suicidati. E questi sono soltanto i casi noti. La nostra paura è che l’interesse verso il malessere giovanile e la salute mentale scemi rapidamente. Non accettiamo che dopo questo nuovo tragico caso, le istituzioni chiudano gli occhi come se nulla fosse successo!, spiega Camilla Piredda, coordinatrice dell’Unione degli Universitari. Nei prossimi giorni altre iniziative di lotta si svolgeranno anche alle università di Pavia, Messina, Forlì e Napoli.