Napoli, Scampia: Il Capitano Ultimo parla di diritti e legalità

I bambini delle elementari e delle medie hanno incontrato il carabinieri che arrestò Riina

Oltre 100 bambini delle elementari e delle medie dell’Istituto Virgilio IV di Scampia, hanno incontrato stamattina il Capitano Ultimo, l’uomo che ha arrestò il boss dei boss Totò Riina. Ultimo si è presentato ai ragazzi, accompagnati da alcuni genitori e dagli insegnati, con il volto coperto da una bandana mimetica e lo sguardo determinato. Con lui anche il parroco di Brusciano Don Salvatore Pulcrano, minacciato dalla camorra e costretto a vivere sotto scorta, e Gianluca Guida, direttore del carcere minorile di Nisida. Ha parlato ai piccoli di “una rivoluzione che parta dalla creazione di una comunità basata sull’eguaglianza” e ha spiegato loro che per farlo “bisogna donarsi agli altri senza chiedere nulla in cambio, questo ci rende un paese civile, questo ci darà dignità e sicurezza vera”. E’ la prima volta di una scuola di Scampia in uno dei tanti appuntamenti che Ultimo ha con gli studenti e a loro si rivolge anche parlando delle Vele, simbolo del degrado criminale e che oggi attendono di essere abbattute. “Sono state un simbolo – spiega – ma bisogna stare molto attenti ai simboli, perché è pericoloso avere il culto della personalità e perché spesso i simboli sono viscidi e insidiosi. Il simbolo vero è l’unità dei popoli e della famiglia. E’ la nostra identità che va riconquistata e dobbiamo cominciare dai piccoli, per questo non dobbiamo mai dimenticare di impegnarci per la scuola. Il vero governo sono la scuola e i genitori, il resto sono persone che amministrano, io e voi viviamo nelle comunità reali, non nelle sovrastrutture. Facciamo capire ai ragazzi che lo Stato sono loro, il resto è gente che amministra. Molti ragazzi che vengono da noi – spiega quest’ultimo – non conoscono la paura e pensano che sia un elemento di forza, invece è il rischio più grande. La paura ci fa crescere, ci fa capire il pericolo e quindi a distinguere il bene e il male. A quel punto decideremo noi se essere eroi o antieroi, ma lo avremo fatto consapevolmente. Quindi tornate a casa a riscoprire la paura”. Un sentimento che Ultimo non nasconde quando i ragazzini gli chiedono il perché del volto coperto: “L’unica difesa – dice – è rimanere nascosti, nel bene e nel male. L’invisibilità determina chi vince. Rimanere nascosti significa impedire all’avversario di sapere chi sei, di colpirti, l’unica sicurezza è sparire”. Non sparisce, invece, Denise, una ragazzina che chiude l’incontro: “Mio padre – racconta – è stato in prigione, ha scontato la pena, oggi ha cambiato vita. Per me oggi è un modello vero”.

Monica De Santis

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