Napoli, presidio davanti alla sede del quotidiano “La Repubblica” per denunciare silenzio e connivenza sul massacro sionista a Gaza

Fino ad oggi sono morti più di 24 mila palestinesi, uccisi per mano israeliana di almeno 118 giornalisti.

Un presidio di lotta è stato promosso oggi pomeriggio davanti alla sede napoletana del quotidiano “La Repubblica” per denunciare il silenzio e la connivenza dei principali media sul massacro sionista a Gaza, che in 3 mesi ha provocato, oltre alla morte di più di 24 mila palestinesi, l’uccisione per mano israeliana di almeno 118 giornalisti.

Una nota è stata diffusa in serata dai promotori dell’iniziativa di lotta

Oggi 19 Gennaio siamo stati in presidio per contestare la posizione di Repubblica e del suo direttore Molinari che nasconde quello che realmente avviene in Palestina raccontando i fatti come se fosse un conflitto tra Israele e Hamas e non il genocidio di un popolo, e soprattutto per chiedere ai giornalisti di prendere una posizione al fianco e in solidarietà con gli oltre 118 giornalisti uccisi a Gaza – evidenziano i promotori – Solo grazie a loro e al loro sacrificio sappiamo la verità e abbiamo le notizie dalla Striscia di Gaza e dalla Palestina.

Siamo saliti in delegazione a nome dei palestinesi a Napoli e in rappresentanza del Centro culturale Handala Ali, della Comunità palestinese e la Rete Napoli per la Palestina. Siamo stati ricevuti dalla redazione di Repubblica Napoli a cui abbiamo sottoposto le nostre critiche per la linea editoriale del quotidiano e abbiamo sottoposto alcune richieste – sottolinea la nota – La redazione napoletana ha riconosciuto che il direttore Molinari ha una posizione e una narrazione apertamente filo israeliana, come la maggior parte dei media occidentali, e quindi per noi è complice del genocidio in Palestina.

Per questo, il presidio ha dichiarato: “Avere un’etica professionale come giornalista significa: parlare di “genocidio” quando ci si riferisce a quello che avviene a Gaza e in tutta la Palestina; prendere posizione rispetto all’uccisione dei loro colleghi palestinesi (come Shireen Abu Akleh che nel 2022 fu ammazzata con un colpo alla nuca come target preciso in Cisgiordania);non criminalizzare la resistenza del popolo palestinese e i movimenti che in Italia e in tutto il mondo sostengono la lotta di liberazione dall’ apartheid, dall’occupazione e dalla pulizia etnica che va avanti da oltre 75 anni“.

Il tavolo si è concluso con l’impegno da parte della redazione Napoletana di riportare al direttore Molinari il contenuto del nostro incontro e delle nostre richieste – conclude la nota – Non ammettiamo nessun doppio standard: tutte le resistenze dei popoli contro un’occupazione sono legittime, come previsto dal diritto internazionale

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