Napoli, è morto il 18enne colpito alla testa da colpi d’arma da fuoco

Il giovane era ricoverato all’ospedale Vecchio Pellegrini. Borrelli: “E’ necessario intervenire in modo radicale e capillare in alcune zone della città, la cultura camorrista, portatrice di morte è talmente radicata in alcune famiglie e nei loro entourage da non lasciare alcuno spazio alla speranza di redenzione”

E’ morto Arcangelo Correra, il 18enne che alle 5 di questa mattina era stato colpito alla testa da colpi di arma da fuoco nel centro storico di Napoli.

Il giovane era stato ricoverato all’ospedale Vecchio Pellegrini in condizioni molto gravi. Secondo quanto hanno riferito alcuni testimoni, un uomo si è avvicinato alla vittima che si trovava su via dei Tribunali, all’angolo piazza Sedil Capuano, e ha sparato un colpo di pistola alla testa della vittima, prima di dileguarsi. Era il cugino del 17enne Luigi Caiafa ucciso da un poliziotto il 4 ottobre del 2020 durante una rapina nel cuore di Napoli.

Duro il commento del deputato Francesco Emilio Borrelli di Alleanza Verdi Sinistra: “Di fronte a questa deriva di morte e violenza, nemmeno una parola o un atto concreto da parte del governo e del ministro dell’Interno Piantedosi che continuano a far finta di nulla. Mentre a Napoli si muore in strada, si continuano a chiudere caserme e a mantenere un numero troppo esiguo di agenti in strada di fronte alla gravissima emergenza che la città sta vivendo che necessita di una operazione immediata ‘alto impatto’ contro la camorra e la criminalità diffusa. La circostanza che l’ultima vittima morta a via Tribunali sia il cugino del baby rapinatore Luigi Caiafa, morto nel 2020 nel corso di una rapina, nonché nipote di Ciro Caiafa, padre di Luigi, morto anch’egli a via di Sedil Capuano centrato da alcuni colpi di pistola, testimonia per l’ennesima volta la necessità di intervenire in modo radicale e capillare in alcune zone della città e come la cultura camorrista, portatrice di morte sia talmente radicata in alcune famiglie e nei loro entourage da non lasciare alcuno spazio alla speranza di redenzione”

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