Monsignor Scarano condannato per calunnia di un ex 007 ma assolto dall’accusa di corruzione

Per lui il pm aveva chiesto una condanna a 4 anni e sei mesi. Il prelato avrebbe calunniato l’ex agente dei servizi Zito di furto e ricettazione dell’assegno bancario di 200 mila euro che egli stesso gli avrebbe consegnato, nella vicenda legata al tentativo di far rientrare dalla Svizzera con un jet privato circa 20 milioni di euro

ROMA –   Nei suoi confronti il pm Stefano Rocco Fava aveva chiesto una condanna a 4 anni e sei mesi. Monsignor Nunzio Scarano, ex contabile dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica) è stato condannato a due anni di reclusione (pena sospesa) per calunnia ma assolto dall’accusa di corruzione, reato per il quale nel giugno del 2013 l’alto prelato finì in carcere. Lo hanno stabilito i giudici della V sezione penale del Tribunale di Roma. Scarano era alla sbarra perché accusato di aver calunniato un ex agente dei servizi segreti e di corruzione nella vicenda legata al tentativo di far rientrare dalla Svizzera con un jet privato circa 20 milioni di euro. Stralciate le posizioni dell’ex agente dei servizi, Giovanni Maria Zito e del broker Giovanni Carenzio. Zito, dopo aver preso a noleggio un aereo per recarsi in Svizzera, non sarebbe riuscito a portare a termine la missione di far rientrare in Italia i soldi. Al prelato è stata contestata la calunnia in quanto ha incolpato “falsamente” Zito di furto e ricettazione dell’assegno bancario di 200 mila euro che egli stesso avrebbe consegnato all’agente, in esecuzione del patto corruttivo. Per l’accusa Scarano avrebbe versato 400 mila euro all’ex 007 per l’operazione di rientro del denaro poi naufragata. In base al capo di imputazione l’alto prelato avrebbe dovuto dare a Zito altri 200 mila euro, somma che l’ex agente dei servizi “non ha potuto incassare perchè il prelato ha denunciato falsamente lo smarrimento dell’assegno”. Il religioso è indagato anche a Salerno per riciclaggio.

(Foto lettera43.it)

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