Green Pass, il governo tecnocratico di Draghi impone l’obbligo dal 6 agosto

La certificazione verde indispensabile per entrare nei ristoranti al chiuso, consumare al tavolo nei bar, frequentare palestre, teatri, cinema, manifestazioni sportive e culturali e partecipare ai concorsi. Lo Stato di emergenza prorogato al 31 dicembre. Per ottenere il “lasciapassare” occorre almeno la prima dose del vaccino anti Covid. Ai guariti vale 6 mesi

In Italia il Green pass sarà obbligatorio dal 6 agosto, per entrare nei ristoranti al chiuso e consumare al tavolo anche nei bar. Un colpo di acceleratore è arrivato dal governo tecnocratico di Draghi, e non è un caso. La “Certificazione verde” è imposta anche per palestre e teatri, cinema e manifestazioni sportive e culturali, come per prendere parte ai concorsi. E ancora: obbligo di Green Passo per sagre e fiere, convegni e congressi; centri termali, parchi tematici e di divertimento; attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò, concorsi pubblici. Sono esclusi dal Green pass i centri educativi per l’infanzia, i centri estivi e le relative attività di ristorazione. Restano chiuse le discoteche, cui si destinano 20 milioni di rimborsi. Per ora  non vengono toccati i trasporti a lunga percorrenza e locali. Il capitolo istruzione e l’eventuale obbligo di vaccino per docenti e personale, ma anche il tema del Green pass nei luoghi di lavoro saranno oggetto di una nuova riunione, probabilmente la prossima settimana. Arriva, dunque, una svolta decisa. Ufficialmente per fronteggiare la variante Delta e provare a frenare la risalita dei contagi, con un nuovo decreto legge Covid. Il Green pass si ottiene con la prima dose di vaccino, con tampone rapido fatto nelle 48 ore precedenti. Per chi sia guarito dal Covid sarà in vigore per sei mesi dopo la guarigione. Già che c’era, nel Cdm di oggi, il governo senza opposizioni ha prolungato lo Stato di emergenza, in vigore dal 31 gennaio 2020 e in scadenza il 31 luglio, fino al 31 dicembre 2021. Inoltre cambiano i parametri per l’ingresso delle Regioni, ora tutte in zona bianca, nelle fasce di rischio con più restrizioni. Resta di 50 per 100mila abitanti l’incidenza per passare dalla zona bianca alla zona gialla ma da adesso saranno determinanti anche gli indicatori ospedalieri: l’occupazione delle terapie intensive e delle aree mediche. Quelli per entrare nella zona di rischio gialla sono fissati rispettivamente a 10% e 15% per le intensive e le aree mediche; 20% e 30% per entrare in zona arancione e 30% e 40% per le zone rosse (percentuale che resta invariata rispetto ai precedenti parametri).

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