Cannabis light, riflessione di Luca Musella

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

Caro Maurizio Acerbo,

Perché nei miracoli si trasforma l’acqua in vino e non in succo di frutta? Eppure nella Bibbia è sconsigliata l’ubriachezza. Non è, quindi, la sostanza in sé che crea dipendenza, quanto l’uso che se ne fa. Eppure, secolo dopo secolo, la ottusità del proibizionismo assume maschere diverse, ma identiche demenzialità.

Proibire il vino, ad esempio, non risolverebbe nessun problema di alcolismo, che pure fa gli stessi morti della droga.  Anzi, nella trasversalità del fenomeno è causa indiretta di tantissimi decessi che vengono attribuiti ad altri mali. La droga, il “famose na canna” ha cresciuto splendidamente varie generazioni di ragazzi, aiutandoli a socializzare, a interrogarsi sul presente e a sperimentare stati di allontanamento dalla realtà.

Adesso, grazie alla chimica sempre più presente nelle sostanze stupefacenti, ha principi attivi decuplicati e spinge il cervello degli adolescenti a stati di psicosi acuta. Stati dai quali può succedere non escano mai del tutto. Malati di niente: eserciti di invalidi senza futuro. Gli scienziati, come al solito, si dividono sulla annosa questione Uovo/Gallina: è impazzito perché drogato o è drogato perché impazzito.

Fatto sta, Caro Maurizio, che se fai un giro negli ospedali psichiatrici troverai nei TSO (trattamenti Sanitari Obbligatori) centinaia di adolescenti fulminati che, oltre l’uso o il non uso, fulminati restano.  Così nello apprezzare il tuo impegno a difesa della filiera della canna light e dei suoi posti di lavoro, non posso non notare una certa superficialità di tutto il mondo della sinistra antagonista, certo non solo il tuo, nel non studiare per niente i meccanismi che questa filiera mette in atto nei cervelli dei nostri adolescenti.

Lo stile di vita del dipendente che diventa conformismo. L’Uso omeopatico, come dire un uso legale e debole, di certi comportamenti diventa moda e una volta che assume il rango di rito, diventa compulsivo nel suo manifestarsi e dall’Uso diventa Abuso. Il bang drinking, pratica giovanile di ingozzarsi di alcol e droga durante il week end, si abbina a scivolamenti super alienanti che trasformano l’Abuso in Ossessione. L’ossessione, soprattutto abbinata alla chimica, può trasformarsi in psicosi e la psicosi in crimine.

Quanti femminicidi sono causati da abuso di sostanze? Basta leggere il quadro di riferimento di molti episodi criminali, soprattutto di quelli maggiormente ingiustificati da un movente concreto, per scoprire che dietro l’atto criminale, si nasconde un dipendente.

Le panchine rosse, senza un’attenta analisi, servono a rubacchiare qualche intervista e poco altro. Così stupisce sempre di più l’assenza di causa/effetto nei nostri ragionamenti politici, basati perlopiù su una poco astuta politica antimeloniana fine a sé stessa.

La filiera della cannabis light cavalca il fenomeno consumistico inquinante della trasformazione dell’Uomo di margine in oggetto, in malato cronico da curare a psico farmaci (industriali) a canne omeopatiche (industriali) a bevute ciclopiche (industriali). Spinge i ragazzini a ingozzarsi come maiali nei lager dei nostri nulla, a massacrarsi di botte nei parcheggi di centri commerciali di periferia, per poi essere inviati nelle tante discariche detentive delle nostre massonerie finanziarie. L’adolescente trasformato in limone da spremere, annientare, per poi gettare nel cassonetto o trasformare in business per eserciti della bontà.

A pochi giorni dal probabile scoppio di una guerra “quasi” mondiale, con le guerriglie turbocapitaliste che mietono vittime nelle nostre galere, che siano i penitenziari, i cantieri o i luoghi della sofferenza e della esclusione, stupisce e irrita il vostro zelante impegno a difesa del “famose na canna”, seppur leggera. Se è vero che abbiamo poche energie, bisogna anche saperle spendere. Stupisce perché una sinistra così prona alle logiche del dio mercato non ha ragion d’essere al di fuori della consolatoria destra thatcheriana dei rosa confetto piddini. La nostra militanza, la nostra militanza di base, si sta trasformando in una cambiale in bianco, perennemente inutile, ininfluente, fuori fuoco, sospesa in identità liquide e nevrotiche.

Un caro Saluto

Luca Musella

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