Anticorruzione, l’Ue promuove l’Italia: “Ok la blocca-prescrizione”

Rapporto sullo “Stato di diritto”: “Bene la riforma del ministro Bonafede. Magistratura indipendente, ma resta eccessiva la durata dei processi”. Stampa, credibilità a rischio per i conflitti d’interesse

Nonostante la pioggia di critiche degli azzeccagarbugli, e dei tifosi della “prescrizione all’italiana”, la Commissione Ue promuove la riforma del ministro Bonafede. “Nel 2019 l’Italia – si legge nel primo rapporto sullo stato di diritto – ha continuato a rafforzare il suo quadro anti-corruzione istituzionale e legislativo”, attraverso “la legge anti-corruzione adottata a gennaio 2019”. Una norma che “ha ulteriormente rafforzato le sanzioni e sospeso la prescrizione dopo il giudizio di primo grado”. Per Bruxelles, inoltre, “il sistema giudiziario italiano ha un solido quadro legislativo che salvaguarda l’indipendenza, inclusa quella dei pubblici ministeri”. Ecco perché la riforma della giustizia proposta ad agosto è importante che garantisca l’indipendenza della magistratura, assicurando trasparenza e integrita”. Il quadro della giustizia italiana, però, vive di luci e ombre. “La capacità di individuare, indagare e perseguire la corruzione – scrive la Commissione Europea – è molto efficace e beneficia dell’esperienza delle autorità di contrasto nella lotta alla criminalità organizzata. Tuttavia, l’efficacia delle misure repressive è ostacolata dall’eccessiva durata dei procedimenti penali”.

Sempre nel capitolo sull’Italia, la Commissione nota che manca ancora una legge che regolamenti l’attività delle lobby, mentre il regime contro i conflitti d’interesse è “frammentario”. Quanto alla libertà di stampa e al pluralismo, “l’indipendenza politica dei media italiani rimane un problema a causa della mancanza di disposizioni efficaci sulla prevenzione dei conflitti di interesse”, in particolare nel settore audiovisivo. Infine, la società civile è “vivace” (“vibrant”), ma alcune Ong, sono state sottoposte a “campagne diffamatorie”, in particolare quelle attive nel campo dell’ immigrazione. La Commissione ha esaminato in particolare quattro ambiti (quattro “pilastri”) per valutare la situazione dello stato di diritto nei diversi paesi: il sistema giudiziario e la sua indipendenza dagli altri poteri; i meccanismi predisposti per la lotta alla corruzione; i “pesi e contrappesi” nel sistema istituzionale; la libertà di stampa e il pluralismo dei media.

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