Agromafie, è allarme in provincia di Salerno

Rapporto di Coldiretti ed Eurispes, nella regione è l’area salernitana la più colpita dai furti di prodotti agricoli, ultima frontiera della criminalità organizzata: nel mirino olio extravergine di olive e limoni della Costiera Amalfitana. Reati di imprese alimentari straniere, record in Campania

Allarme agromafie in Campania: l’epicentro è la provincia di Salerno. Il quadro emerge dal sesto rapporto sulle Agromafie, “Il crimine nel piatto”, a cura di Eurispes, Coldiretti e Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare.

 
I FURTI IN CAMPAGNA. Tra i diversi capitoli, lo studio esamina i furti in campagna. “Quello dei furti ai danni di coltivatori e aziende agricole – si legge – è un fenomeno che negli ultimi anni sta registrando una crescita allarmante: complici la crisi economica, gli eventi climatici (gelate invernali, siccità estiva e grandinate) che spesso decimano i raccolti rendendo i prodotti agricoli merce rara e preziosa ed il territorio in cui si inseriscono le attività agricole, spesso vasto ed isolato, facile preda di attività criminose”. Le ruberie “riguardano praticamente tutto ciò che è connesso all’attività agricola: trattori, abigeato (furto di bestiame), alberi da frutto appena messi a dimora, razzie di frutta e verdura (dai magazzini, ma anche direttamente dagli alberi), prodotti fitosanitari, attrezzature, carburante e rame”. Ma l’aspetto “più allarmante del fenomeno è – spiega l’indagine – che non si tratta solo di azioni perpetrate da ladri occasionali, ma di veri e propri raid su cui ha steso la mano la criminalità organizzata: se è vero che spesso a compiere il furto sono bande provenienti da Paesi dell’Est europeo, è altrettanto vero che il più delle volte alle spalle vi sono come mandanti organizzazioni criminali di stampo mafioso”. La rete delinquenziale “è ben organizzata, in grado di far sparire un trattore o raccogliere fino a 30 kg di olive in pochi minuti e, grazie ad una serie di connivenze, agisce su tutta la filiera agroalimentare, rendendo difficile il lavoro quotidiano degli agricoltori”. E i danni all’economia in generale “sono enormi, come quelli per gli agricoltori per i quali i soli furti si stima che causino perdite per il valore di 300 milioni di euro l’anno”.
PRODOTTI AGRICOLI NEL MIRINO. Il business criminale punta al traffico di macchinari rubati, ma non solo. “Il furto diretto dei prodotti della terra – afferma il rapporto – è l’altra grande piaga che colpisce gli agricoltori, privandoli in poche ore dei frutti di un lungo lavoro a cui si aggiunge, spesso, il danneggiamento delle stesse piante che restano improduttive per lunghi periodi. Olive, limoni, uva, carciofi, scarole, noci, nocciole, arnie, formaggio: tutte le produzioni fanno gola tanto ai ladri occasionali quanto alle bande criminali e i furti avvengono direttamente nei campi o presso i magazzini, con un sistema talmente organizzato che è in grado in pochi minuti di far sparire interi raccolti”. Un esempio sono le olive: ambito agricolo “dove i criminali agiscono come una macchina perfetta: c’è chi guida il furgone, chi srotola le reti sotto le piante, chi percuote i rami con mazze di ferro e chi carica sul camioncino il bottino raccolto”. In una notte “viene così mandato in fumo un anno di lavoro, gli olivi subiscono enormi danni e l’agricoltore deve pagare giornate di lavoro in più per recuperare da terra le olive cadute dagli alberi e sfuggite ai ladri”.
SALERNO PIÙ COLPITA. La mappa del fenomeno è chiara, sull’area più colpita nella regione. “Nel Salernitano sono all’ordine del giorno – denuncia la ricerca – razzie di rimesse e cantine da cui vengono sottratti ingenti quantitativi di olio extravergine di olive”. Inoltre, in Campania “l’altro allarme riguarda la Costiera Amalfitana, dove i limoni, in particolare lo ‘sfusato amalfitano’ (molto utilizzato in cucina e dall’industria dolciaria) ed il Costa d’Amalfi Igp, sono entrati nel mirino di gruppi di malavitosi organizzati che sottraggono interi raccolti alle aziende produttrici, con enormi danni all’economia del territorio”.

 

 

IMPRESE STRANIERE E REATI. Oltre a questo, il rapporto evidenzia gli indici di criminalità delle imprese straniere sul settore alimentare. La Campania è la regione con quello più elevato, sfiorando quasi il 50%. Sul totale di 68 aziende, infatti, 33 si macchiano di reati (il 48,53%). E se non va sottovalutato il ruolo di tali aziende, nei processi di integrazione, bisogna ricordare come le maggiori irregolarità concernano il lavoro a basso costo, la tracciabilità dei prodotti, la vendita di alcolici e l’utilizzo di capitali illeciti.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest