Ipotesi discarica a Chiaiano, allarme del geologo: “Rischio inquinamento falde”

Il docente federiciano Ortolani: “Nelle cave a fossa non si possono realizzare in sicurezza accumuli/discariche di materiali inquinanti”

Contro l’ipotesi di una nuova discarica a Chiaiano arriva l’allarme del geologo Franco Ortolani, che parla di rischio di inquinamento delle falde acquifere. “A Chiaiano nelle cave a fossa non si possono realizzare in sicurezza accumuli/discariche di materiali inquinanti. Le cave a fossa – spiega il docente della Federico II in un lungo post su Fb – sono state realizzate in passato per estrarre il tufo del sottosuolo procedendo ad una escavazione dall’alto verso il basso per una profondità variabile da qualche decina di metri ad oltre 70 metri in relazione alla locale situazione stratigrafica ed idrogeologica. Sono state scavata nell’area flegrea e vesuviana e nella pianura campana dove la falda si trova a qualche decina di metri dalla superficie del suolo”. Le parole di Ortolani arrivano dopo l’aggiornamento del piano regionale dei rifiuti. Tra le aree che potrebbero ospitare una parte delle ecoballe inertizzate di Taverna del re, c’è anche quella della periferia nord di Napoli, dove nel 2008 fu realizzata una discarica per fronteggiare l’emergenza rifiuti. Una possibilità che ha già mandato sul piede di guerra i comitati, oggi riuniti in assemblea.
“Nell’area flegrea e vesuviana – afferma il geologo – la falda si può trovare a profondità, rispetto alla base della cava, variabile da qualche decina di metri a circa 200 m. Le rocce sono tutte permeabili per cui l’acqua di precipitazione si infiltra nel sottosuolo andando ad alimentare la falda che defluisce verso mare percorrendo, a volte, distanze anche superiori a 20 km attraversando il sottosuolo di aree irrigue ed urbane dove può essere prelevata mediante pozzi autorizzati e non. Ne discende che la cava è un fosso per cui tutti i fluidi che si accumulano sul fondo sono destinati ad infiltrasi nel sottosuolo raggiungendo la falda. Se sono liquidi inquinanti – ammonisce – causeranno l’inquinamento o l’ulteriore inquinamento dell’acqua sotterranea. Ne discende che queste cave a fossa non possono essere colmate con materiali che non siano assolutamente non inquinanti e che lo siano in maniera garantita di continuo e certificata trasparentemente”.

 


Ortolani aggiunge che “fino ad ora, credo, questo non si è mai verificato essendo il settore controllato da persone che si sanno comportare per fare il massimo profitto anche a scapito della tutela delle acque sotterranee. E non si tratta solo di discariche illecite ma – scrive il professore – anche di quelle realizzate da pubbliche istituzioni”.
“Si dice che a Chiaiano – incalza Ortolani – vogliano utilizzare un’altra cava per accumularvi i residui della lavorazione delle balle.Si dice pure che tali residui non inquineranno. Appunto…si dice! Ma non vi sono le garanzie che i rifiuti saranno assolutamente inerti. Ma non si vede nemmeno chi possa trasparentemente garantire.
E allora? L’unica soluzione è quella di non colmare le cave a fossa sapendo che la filiera della confezione, trasporto e accumulo non sarebbe gestita da uno stuolo di Angeli specializzati!”. E’ probabile di no.

(Foto salvatoremicillo.it)

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