Fritture e voto di scambio, De Luca indagato per istigazione

La procura di Napoli indaga sull’incontro tra il governatore e gli amministratori locali in vista del referendum costituzionale

Voto e fritture di pesce: Vincenzo De Luca finisce nei guai. La procura di Napoli ha iscritto nel registro degli indagati il governatore per l’ipotesi di reato di istigazione al voto di scambio, a seguito delle parole dette a oltre trecento sindaci e amministratori campani, nel famigerato incontro prima del referendum costituzionale. Quelle frasi, per le quali c’è stato anche un esposto del M5S, portatono inizialmente ad aprire un fascicolo per fatti non costituenti reato. La svolta investigativa avviene per la necessità di svolgere alcuni interrogatori di persone informate sui fatti.

Sotto la lente dei pm  l’invito “a non fare i fessi”, ma anche “a mandare i fax con i numeri dei voti per il sì” dai rispettivi municipi, l’appello a rimanere uniti, di fronte a un governo con il quale c’è un’interlocuzione vantaggiosa, per la quale saranno investiti milioni in Campania e ancora l’esortazione “ad andare porta a porta e a segnalare i voti raccolti per il sì” in vista del quattro dicembre. La Procura di Napoli indaga per voto di scambio sulle parole dette Vincenzo De Luca a oltre trecento sindaci e amministratori campani, nel famigerato incontro prima del referendum costituzionale. Come riportano alcuni quotidiani, i pm valutano la posizione del governatore. All’inizio era stato aperto un fascicolo senza ipotesi di reato ma nel corso degli accertamenti e delle testimonianze raccolte si è deciso di procedere per istigazione al voto di scambio.

 

DE LUCA: “ANDIAMO AVANTI” – “Quando si ha la coscienza tranquilla, andiamo avanti, perché ‘sennò qui moriamo’… gli avvisi di garanzia? La gente non ha neanche i servizi essenziali”. Così De Luca commenta la sua iscrizione nel registro degli indagati, a margine dell’apertura di alcuni reparti dell’ospedale del Mare a Napoli.

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