Piano terra dei fuochi, perde Salvini: no inceneritori. Lite governo-De Luca

Firmato il protocollo a Caserta, previste 11 azioni: messa a sistema del registro regionale dei tumori e presidio e controllo del territorio e prevenzione incendi, avvalendosi di task force esercito-forze dell’ordine

Firmato in prefettura a Caserta il Protocollo d’Intesa sulla Terra dei Fuochi, il governo vara un piano di azione contro i roghi nella Terra dei Fuochi. Passa la linea dei 5 stelle, sconfitto Salvini: definitivo no agli inceneritori. Ma diversi gialli segnano la giornata. Il primo riguarda proprio il ministro degli interni, uno dei 7 esponenti dell’esecutivo a sottoscrivere l’intesa: tuttavia è l’unico assente in conferenza stampa. “Si scusa perché aveva impegni al Viminale” riferisce il premier Giuseppe Conte. L’altro mistero riguarda lo scontro con il governatore Vincenzo De Luca, che firma anch’egli l’accordo, ma solo parzialmente.

 

LA SCONFITTA DI SALVINI – Salvini sottoscrive il documento, ma è l’unico – tra i 7 ministri coinvolti – a disertare la conferenza stampa. In ogni caso, il premier Giuseppe Conte chiude lo scontro nell’esecutivo, con il no definitivo agli inceneritori: “C’è un contratto che va nella direzione di un’azione politica ben precisa: lavorare per una società verde, per un’economia circolare e per incrementare la cultura della raccolta differenziata”. Dunque, Salvini è per ora sconfitto. E la linea pro termovalorizzatori si infrange nella prefettura di Caserta, dopo giorni di tensioni con i 5 stelle, compatti nell’opporsi. Lo scacco al capo leghista alimenta i rumors sulla sua fuga, subito dopo la firma. “Si scusa perché aveva impegni al Viminale” spiega Conte, impegnato a spegnere incendi anche nella squadra di governo. E il premier deve fare il pompiere perfino con il governatore.

 

 

IL VOLTAFACCIA DI DE LUCA – Fonti vicine a Palazzo Chigi raccontano di un primo incidente diplomatico con De Luca, costretto a fare anticamera, mentre a discutere del protocollo erano i ministri ed il presidente del consiglio. Ma la vera miccia sono le frizioni su uno dei punti dell’intesa, relativo al progetto Epi.ca ( (Epidemiologia Cancro). È il programma regionale, in corso da 6 anni, che vede i medici di base agire da sentinelle epidemiologiche. De Luca sostiene che nessuno lo conosce alla Regione. A tentare di mediare, Conte spedisce il portavoce Rocco Casalino. Ma al colmo del dissidio, De Luca lascia la prefettura. Allora, il ministro dell’ambiente Sergio Costa manda i suoi a cercarlo, ma di lui nessuna traccia. Dopo mezzora il presidente della Regione rientra. Tuttavia, non firma l’accordo integrale e convoca un’autonoma conferenza stampa. “Nessuna divergenza con De Luca – dichiara Conte-: siamo tutti pignoli con documenti così importanti e ci siamo riletti un’ultima volta il testo. Dopo l’ultima modifica lo abbiamo sottoscritto”. Il governatore, però, fornisce un’altra versione. E sopratutto spara a zero. “Ho firmato il protocollo che attribuisce con chiarezza ai vari soggetti istituzionali le responsabilità in ordine al settore dei rifiuti, ma – precisa – non un secondo, quello che dà la possibilità di raccogliere dati oncologici a soggetti privati non riconosciuti. Per me si tratta solo di una marchetta pre-elettorale”. De Luca ironizza:«Il secondo protocollo il governo l’ha firmato con sé stesso. Il soggetto citato si chiama Epica, ma la Regione non lo conosce. Per noi solo la sanità pubblica può certificare certi dati. Penso al Registro Tumori, che peraltro non dipinge alcuna situazione drammatica tra Caserta e Napoli”. Ma il governatore non contesta solo il protocollo.
“Quando parlano di Terra dei Fuochi ci fanno un danno, perché – sostiene – in tutta Italia ci sono tante terre dei fuochi, intese come zone dove bruciano gli scarti industriali. Da noi invece bruciano i rifiuti solidi urbani depositati negli Stir o nelle aziende private. In Lombardia, tra gennaio e ottobre, ci sono stati 17 roghi. Qui da noi invece i roghi stanno diminuendo sensibilmente”. Insomma, la Campania sarebbe vittima di una “mistificazione della realtà”. Un danno per “la trattativa che io e il ministro Costa stiamo portando avanti a Bruxelles per eliminare la procedura di infrazione che fa pagare all’Italia 120mila euro al giorno”.

 

 

LE AZIONI DEL PROTOCOLLO – Sono 11 le azioni previste dall’intesa (in basso i documenti originali). C’è il rafforzamento della sorveglianza nei siti ritenuti a rischio dalle prefetture delle 5 province. Parliamo di siti pubblici e privati. Il controllo è affidato all’esercito e ad un centinaio di carabinieri specializzati in reati ambientali. La prevenzione si avvale anche di droni, satelliti e videosorveglianza. E c’è l’aumento dei vigili del fuoco pronti a intervenire sul territorio. Sul piano sanitario, Asl e medici di base sono in campo per il monitoraggio dell’aria e dei picchi anomali di malattie legate all’inquinamento. Tra le misure, una rete informatica per la gestione dei dati e la banca dati sul sistema di trattamento dei rifiuti; la messa a sistema del registro regionale dei tumori; nuove disposizioni in materia di risanamento ambientale post roghi.

Gianmaria Roberti

(Foto Ministro per il Sud/Twitter)

protocollo terra dei fuochi
protocollo terra dei fuochi secondo allegato

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